Europarlamento, che cosa rischia ora il M5S
Ieri mattina l’alleanza tra Alde e Movimento 5 Stelle sembrava ormai una cosa fatta. I benefici sia politici che economici erano noti a tutti. Il no di Guy Verhofstad ha invece rimesso tutto in discussione e ridimensionato i sogni europei dei grillini. “Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un’agenda comune per riforma l’Europa. Non c’è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del M5S di unirsi all’Alde” è stata la giustificazione di facciata del capogruppo degli eurodeputati liberali. Sì perchè in realtà a pesare sul dietro front ci sarebbero i mal di pancia dei parlamentari di Alde che mal vedevano l’alleanza con i Cinque stelle. “Ci si è resi conto che il 50% era favorevole all’ingresso del M5S – ha spiegato il numero due di Alde al Corriere, Frederick Federley – ma un 50% sollevava dubbi o si opponeva. Verhofstadt si è reso conto che non era il caso di provocare una frattura interna”.
Movimento 5 Stelle, alla ricerca del colpevole
Il matrimonio non sapeva da fare. E ora andranno raccolti i cocci. Sul banco degli imputati sono finiti Beppe Grillo, Davide Casaleggio ma anche David Borrelli, l’eurodeputato trevigiano che secondo molti sarebbe il vero deux ex machina della trattativa andata in fumo. Borrelli potrebbe pagare a caro prezzo la strategia fallimentare che ha messo il Movimento 5 Stelle in una situazione davvero difficile.
Movimento 5 Stelle, il danno economico
Già perchè ora i Cinque Stelle a Bruxelles rischiano di finire ai margini dell’irrilevanza politica. Il divorzio con Ukip, l’uscita da Efdd e il mancato matrimonio con Alde confinano il Movimento nel gruppo dei non iscritti. Il Corriere della Sera fa notare che il danno per i pentastellati non sarà solo politico ma anche e soprattutto economico.
“I fondi 400, pari a 680 mila euro annui, sarebbero ridotti, gli spazi per gli uffici ridimensionati e una ventina di persone dello staff penstellato dovrebbe essere licenziata”.
Movimento 5 Stelle, Grillo e Casaleggio nel mirino degli ortodossi
Gli ortodossi sono già sul piede di guerra. E per la prima volta sul banco degli imputati finiscono sia Grillo che Casaleggio. “Probabilmente – ha dichiarato al Corriere l’europarlamentare M5S Pedicini – c’è stata una leggerezza, si poteva fare meglio”. Leggerezza che ora costerà caro ai grillini.