Elezioni Centrodestra: se corre diviso rischia di estinguersi
Elezioni Centrodestra: se corre diviso rischia di estinguersi
Come le balene, a rischio estinzione. Secondo La Stampa questo è il futuro del centrodestra alle elezioni politiche. A meno che non vi sia una sintesi. “Forse potrà sopravvivere a livello locale”, ma solamente in coalizione, spiegano dal quotidiano torinese. Il riferimento del giornale di Maurizio Molinari, in particolar modo, è alle amministrative della primavera 2017. Quando in palio ci saranno città popolose come Taranto, Parma, Padova, Verona e quattro capoluoghi di regione (Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo).
Elezioni Centrodestra, Salvini: “Berlusconi inciucia”
Al netto dei fatti politici, però, l’intesa appare lontana, secondo La Stampa. A logorare i rapporti tra alleati di vecchia data ci sono i dissapori tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. È lo stesso segretario leghista a prendere le distanze dall’ex Cav. “Se Berlusconi non condivide il nostro programma per uscire dall’euro, controllare la moneta e i confini, un’alleanza è impossibile”, ha detto Salvini alla Zanzara di Radio 24.
“Oggi siamo lontanissimi” ha affermato il segretario del Carroccio, passando all’attacco. “Parla bene di Prodi, di Renzi e Gentiloni, vota il salvabanche, 20 miliardi regalati. Non è il Berlusconi che ricordavo, quello che inciucia” ha detto il leader leghista, tornando sulla scalata a Mediaset da parte di Vivendi. “Non è uno scandalo se i francesi comprano Mediaset”, ha detto in tal proposito, sostenendo che “quei quattrini a Berlusconi potrebbero far comodo”.
Le accuse di inciucio, già avanzate da Salvini per tutto dicembre, non erano piaciute al leader azzurro che, alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, lo aveva bacchettato. “Molto spesso ha uscite non apprezzabili” aveva detto Berlusconi dando a Salvini del “giovane comunista”.
Elezioni Centrodestra: disaccordo su leadership e legge elettorale
Non sono, però, solo le accuse di inciucio a raffreddare i rapporti tra forzisti e leghisti. Come ricorda La Stampa, infatti, Salvini e Berlusconi hanno visioni diametralmente opposte su due questioni non di poco conto. La prima è la leadership del centrodestra. Salvini, infatti, è uno dei principali sponsor delle primarie, insieme a Giorgia Meloni e a Raffaele Fitto, leader di Conservatori e Riformisti. Come ricordava Il Giornale all’indomani della vittoria del “No” al Referendum, Lega e Fratelli d’Italia si erano detti disponibili a farle il 5 marzo 2017.
Berlusconi, al contrario, si è dimostrato riluttante, nonostante in Forza Italia, già a fine novembre, ci fosse qualcuno, come il governatore ligure Toti o Mara Carfagna, che si era detti a favore della consultazione. Non solo. Secondo quanto riporta il quotidiano torinese non sarebbe cambiato affatto il giudizio di Berlusconi sui due suoi alleati rispetto alle comunali di Roma. “Quei due non sarebbero in grado di amministrare un condominio”, aveva affermato durante la campagna elettorale per le amministrative capitoline.
Il secondo nodo è quello della legge elettorale. Salvini vuole andare al voto in fretta e, dunque, spinge per il Mattarellum. Al contrario, Berlusconi si fa portavoce del proporzionale. Un modo, secondo il Cav, per mantenere una certa indipendenza da Salvini e che gli consentirebbe di fare una nuova Grosse Koalition con Renzi se dalle urne uscisse nuovamente un’Italia tripolare.
Elezioni Centrodestra: solo unito potrebbe vincere
Nonostante l’aria di crisi che si respira nello schieramento moderato, agli elettori piacerebbe una lista di centrodestra unito. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, dopo mesi e mesi di subalternità al Pd di Matteo Renzi e al Movimento Cinque Stelle, il centrodestra torna ad essere competitivo.
Nell’ultimo sondaggio di SWG, infatti, sia Forza Italia sia Fratelli d’Italia sia la Lega Nord erano in crescita attestandosi al 31% contro il 31,6% del Partito Democratico e il 25,7% dei Cinque Stelle. Ben più lusinghiero, il risultato predetto da Winpoll poco prima di Natale. In quella rilevazione, addirittura, il centrodestra unito arrivava al 34,1% dei consensi, costringendo il centrosinistra (29,7%) e il Movimento Cinque Stelle (28,1%) ad una lotta non per la prima ma per la seconda piazza. Ancora, a metà dicembre, un sondaggio di Tecné certificava la possibilità di vittoria contro il Pd nel caso di un ballottaggio.