Elezioni, Berlusconi: al voto prima possibile ma ci vuole una legge elettorale
Berlusconi elezioni “prima possibile” con una legge proporzionale
In caso di sentenza favorevole della Corte di Strasburgo “ritengo probabile e auspicabile la scelta di candidarmi alle prossime elezioni”. Nel giorno del ritorno in campo dell’ex premier Matteo Renzi affidato ad un’intervista a Repubblica, un altro lungo colloquio politico smuove un po’ le acque nei palazzi romani: quello dell’ex Cavaliere Silvio Berlusconi al Corriere della Sera. Il leader di Forza Italia si dice fiducioso nei confronti della Corte Europea dei Diritto dell’Uomo (CEDU) che entro l’estate prossima dovrà decidere sulla retroattività della legge Severino applicata alla sua condanna per frode fiscale. In caso di sentenza favorevole, infatti, Berlusconi potrebbe tornare eleggibile e potrebbe puntare tutto sulla retorica del “martirio giudiziario”. Ed è proprio per questo che l’ex Cavaliere sta cercando di rimandare il più possibile la data delle elezioni, contrariamente a quel che vuole Renzi.
Berlusconi elezioni “nei tempi per approvare una legge elettorale”
“Noi vogliamo il voto nel tempo più breve possibile – esordisce Berlusconi –. Tuttavia è necessaria una legge elettorale che consenta, come ha detto il presidente Mattarella, di andare al voto con un sistema ordinato e razionale. Questo richiede dei tempi tecnici. Aspettiamo che la Corte Costituzionale si esprima sulla legge elettorale: indicherà criteri dei quali dovremo tenere conto”. E’ ormai noto che l’ex premier stia spingendo forte per un ritorno al proporzionale contro la proposta maggioritaria del PD che vorrebbe un ritorno al Mattarellum (75% maggioritario e 25% proporzionale). Ma, proprio sul sistema elettorale, Berlusconi ci tiene a precisare una cosa:
Quando chiedo il sistema proporzionale, non lo chiedo affatto per fare le larghe intese. Io voglio vincere le prossime elezioni con il centro-destra, che mi auguro unito su un progetto liberale e riformatore. Dico però che l’Italia è troppo fragile per permettersi governi espressione di una minoranza di elettori, e nei quali il resto del Paese non si riconosce. Oggi in Italia esistono tre grandi aree: noi, il Pd e i grillini, molto simili per consistenza numerica. Nessuno di questi tre poli allo stato sembra in grado di governare da solo. Se gli italiani non daranno più del 50% a un solo polo, sarà inevitabile accordarsi
Berlusconi elezioni con centro-destra unito
Ed è proprio sul tema delle alleanze che negli ultimi giorni si è concentrato il dibattito interno al centrodestra. Ad oggi, le posizioni dei lepenisti Salvini e Meloni, infatti, sembrano inconciliabili con quelle di Forza Italia. Ma, si sa, a ridosso delle elezioni spesso anche le maggiori rotture tornano a sanarsi. Un centro-destra unito può funzionare anche a livello nazionale, dice Berlusconi al Corriere, ma questo “non può significare lo stravolgimento del nostro ruolo politico. La Lega fa benissimo ad esprimere ragioni e contenuti importanti e rispettabili, ma noi siamo liberali, cattolici, riformatori. Non nego che con la Lega di Bossi questo fosse più facile, perché allora nella Lega prevalevano liberismo e federalismo”. “Io credo nell’unità del centro-destra – conclude il leader di Forza Italia –, ma l’unità è un valore se si basa su un progetto comune, non su un semplice tecnicismo elettorale”.