Coppa d’Africa: la Cina, la nuova via della seta e la Stadium diplomacy
Coppa d’Africa: la Cina, la nuova via della seta e la Stadium diplomacy
La Coppa d’Africa 2017 si svolgerà in Gabon dopo essersi resa necessaria la sostituzione della Libia per ovvi motivi. Nel 2012 il Paese aveva già ospitato la competizione insieme alla Guinea-Bissau. Il torneo, che si svolgerà dal 14 gennaio al 5 febbraio, verrà inaugurato con la partita tra Gabon e Guinea-Bissau. Saranno quattro le città che faranno da cornice alla competizione: Libreville, Franceville, Port-Gentil ed Oyem.
Coppa d’Africa: la Cina, la nuova via della seta e la Stadium diplomacy
Gli impianti in cui si disputeranno le partite sono stati costruiti grazie agli investimenti del governo di Pechino. Appare emblematico il caso dell’appaltatrice CSCEC (Cina State Construction Engineering Corporation) per lo Stade de Port-Gentil. Fondata nel 1957 come azienda di Stato, si è contraddistinta per la sua internazionalità a partire dagli anni ’80, testimoniata dai numerosi progetti di edilizia realizzati in vari continenti. Forte dei finanziamenti della Bank of China è da annoverare la Burj Qatar (o “Doha Tower”) tra gli appalti più recenti.
Ma nell’esperienza dell’azienda cinese figurano anche impianti sportivi in giro per il mondo che hanno condito adeguatamente il curriculum: in Europa lo stadio di calcio del Granada (Spagna), in Asia il Jinnah Stadium di Islamabad (Pakistan), fino ad arrivare appunto in Africa, con il progetto dello Stade des Martyrs di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo).
Più in generale Pechino ha affrontato cospicui investimenti in Gabon, con l’inaugurazione di oltre trenta progetti a partire dal 2000, tra cui gli stadi per la Coppa d’Africa 2012 (tenutasi tra Guinea-Bissau e Gabon). D’altra parte, è bene ricordare che l’affidamento della costruzione degli stadi ai cinesi è una pratica adottata in Africa da parecchi anni; basti pensare infatti ai 57 milioni di dollari spesi dalla Cina in Mozambico per il Mozambique National Stadium di Zimpeto (40.000 posti), per l’Estádio Nacional de Ombaka costruito in Angola (per la Coppa d’Africa 2010, 35.000 posti) e per l’Estádio Nacional de Cabo Verde (15.000 posti). Ma esistono circa altri 30 impianti sportivi in giro per il continente, sulla base della cosiddetta “Stadium Diplomacy”, modello d’esportazione culturale cinese.
Già da un quindicennio la Cina si muove indisturbata non solo in Gabon, ma più in generale in tutto il continente africano. Dopo aver mosso i primi passi in Africa con la costruzione di ferrovie, il progetto politico ed economico della Cina si è diretto verso la Nuova Via della Seta (“One Belt One Road”), una vasta area che va dall’Asia all’Africa in cui saranno promossi il libero scambio e minimizzati gli ostacoli doganali per favorire i commerci.
Grazie alle vie marittime anche l’Africa è coinvolta a pieno titolo nel progetto e, non a caso, la Cina ha investito parecchio nelle infrastrutture del continente africano. Gli accordi con il Gabon oggi consentono al colosso asiatico di controllare il 14,2% delle esportazioni, all’interno di una politica economica fortemente protezionista voluta dal Presidente Ali Bongo Ondimba. Il sodalizio tra i due Paesi prevede la costruzione di infrastrutture che se da una parte giovano alla popolazione locale per i posti di lavoro messi a disposizione, dall’altra favoriscono i cinesi grazie al costo bassissimo della manodopera.
«Messi non si senta allo zoo». È stata questa la frase pronunciata da un politico gabonese riguardo all’inaugurazione dello Stade de Port-Gentil. In quell’occasione il Pallone d’Oro Lionel Messi venne invitato dal Presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba per porre la prima pietra all’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto. Il campione del Barcellona venne festeggiato ma al tempo stesso apostrofato per il suo aspetto “trasandato” (bastarono barba incolta e bermuda per ricevere le critiche); inoltre non tardarono i sospetti della stampa su un eventuale pagamento del governo a favore del giocatore, ovviamente smentito dagli interessati. I lavori all’impianto dello Stade de Port-Gentil sono cominciati nel 2015 e terminati pochissimo tempo fa (in tutto sono stati necessari 18 mesi), giusto in tempo per l’inizio della competizione. Lo stadio ha una capienza di 20.000 posti e tra le quattro sedi è di certo quella più imponente. Oltre allo stadio vero e proprio sono stati costruiti intorno ristoranti, parcheggi, hotel, campi di basket, pallamano e tennis: un vero e proprio centro per lo sport.
Lo Stade d’Angondjé è il più capiente della competizione (40.000 posti), si trova nella periferia della capitale Libreville e ospiterà sia la partita inaugurale che la finale del torneo. Costruito dalla CSCEC in occasione dell’ultima edizione della Coppa d’Africa nel 2012, è stato rinominato Stade de l’amitè, a dimostrazione degli ottimi rapporti tra i governi di Gabon e Cina.
Diverse invece sono state le proteste per la costruzione dello Stade d’Oyem, in particolare nel novembre scorso, con la popolazione locale scesa in strada per protestare contro le promesse del governo cinese riguardo alla distribuzione d’energia elettrica in tutta la città: l’impianto sportivo infatti avrebbe dovuto prevedere anche la presenza di una centrale elettrica. Lo stadio ha una capienza di 20.031 posti e va ad aggiungersi all’unica struttura calcistica presente in città, lo Stade d’Akoakam (meno di 5.000 posti).
Il più anziano della lista è lo Stade de Franceville, inaugurato nel 2009 e ingrandito per la Coppa d’Africa 2012. Prevede una capienza di 22.000 posti ed è l’unico su cui la Cina sembra non aver investito. Piuttosto, l’avveniristica copertura delle tribune è stata realizzata interamente in metallo da un’azienda serba a Kraljevo per poi essere spedita nella città gabonese.
Daniele Barresi