Complotti, cospirazioni e misteri della rete: il Piano Kalergi
Complotti, cospirazioni e misteri della rete: il Piano Kalergi
Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, è stato il primo uomo politico a proporre l’idea di un’Europa “unita”. Nel 1923 diede alle stampe un testo dal titolo emblematico: Paneuropa. In esso si proponeva l’unificazione politica ed economica tra gli stati europei come rimedio agli orrori della Grande Guerra, definita né più né meno che una “guerra civile europea”. Su queste basi nel 1926 venne fondata l’Unione Paneuropea. Il movimento – attivo ancora adesso – mirava alla realizzazione di un’Unione Europea ante litteram. Ne hanno fatto parte anche personalità del calibro di Einstein, Freud e Thomas Mann. Fuggito dall’Austria dopo l’Anschluss, Kalergi passò gli anni del secondo conflitto mondiale tra Svizzera e Stati Uniti. Nel 1948 fondò l’Unione Parlamentare Europea, preludio alla creazione del Consiglio d’Europa e del Parlamento Europeo. Nel 1950 gli fu assegnata la prima edizione del Premio Carlo Magno, importante riconoscimento dei suoi sforzi in direzione dell’unità europea.
Complotti, cospirazioni e misteri della rete: il Piano Kalergi
Questo dicono le biografie “ufficiali”. Basta fare una rapida ricerca su Wikipedia, dove non vengono nascosti, per esempio, particolari che potrebbero essere considerati “scabrosi” in questo contesto, come la sua (breve) affiliazione a una loggia massonica. Tuttavia, Kalergi nasconderebbe un profilo ben più “oscuro”. In pratica, sarebbe l’architetto – o comunque una cosciente pedina – di un “piano” volto ad assoggettare l’intera popolazione mondiale.
In cosa consisterebbe il “Piano Kalergi”? Per i sostenitori di questa teoria, il politico austriaco era sostanzialmente un “elitista”. Ciò per dire che deplorava ogni forma di governo democratica, in quanto considerava le “masse” confuse, disorganizzate, incapaci di governare i propri istinti. Per questo motivo, Kalergi avrebbe dato vita, o manforte, a un progetto che aveva come obiettivo quello di rendere gli europei più “docili” alle direttive imposte da una sorta di “sopra-burocrazia”, composta da grandi banchieri di origine ebraica, attraverso un processo di ibridazione con altre razze umane provenienti da Africa e Asia.
“È necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere […] La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità”. Questa parole, contenute nell’opera del 1925 intitolata Praktisher Idealismus (non disponibile in italiano, viene riportata la traduzione più comune, NdA ), sono sicuramente tra le più riprese per dimostrare l’esistenza del “complotto” di Kalergi.
Quest’ultimo sarebbe, quindi, l’ideatore (o uno dei più brillanti esecutori) di un piano su larga scala, tutt’ora in atto, volto a creare un’Europa “meticcia”, in cui i “popoli” (gruppi caratterizzati da un’identità-memoria collettiva) perderanno progressivamente di importanza in favore di “individui”, sempre più slegati da qualsivoglia legame sociale (atomi di razza/sesso ibrido). Alla creazione di una “Pan-Europa” così abitata corrisponderebbe anche la nascita di una “Pan-America”, di una “Pan-Eurasia”, di una “Pan-Asia” con fattezze simili. Il globo verrebbe diviso, dunque, in 4 macro-regioni con risultato la “mondializzazione” del dominio dell’élite giudaico-finanziaria – persino “geneticamente” superiore e per questo destinata a non ibridarsi – sul resto dell’umanità. Inoltre, tale dominio dovrebbe realizzarsi per mezzo di una “Pan-Ideologia” – una specie di commistione tra cristianesimo e socialismo, per farla breve – veicolata da una “Pan-Lingua” – l’inglese – da affiancare agli idiomi particolari di ogni zona del mondo.
Gerd Honsik , uno storico negazionista dell’Olocausto, è ritenuto il capofila della teoria del “Piano di Kalergi”. Il più noto esperto della questione in Italia è Matteo Simonetti autore del volume La verità sul Piano Kalergi.
Pillola rossa, pillola blu
Nato a Tokyo, si trasferì presto in Boemia. Nei tumultuosi decenni delle guerre mondiali prese prima la cittadinanza cecoslovacca e poi quella francese. Innanzitutto, il conte Kalergi sembra essere stato, un “cosmopolita europeo”. La sua vicenda personale, chiaramente, si è intrecciata con un periodo storico particolarmente doloroso per il Vecchio Continente. Non solo per il sangue versato ma anche per la definitiva perdita del primato politico (e “morale”) sul resto del mondo.
La fine della Prima Guerra Mondiale, infatti, ha sancito l’inizio dell’ascesa di Stati Uniti e Unione Sovietica sullo scacchiere geopolitico mondiale. L’Europa, ritrovatasi debolissima in mezzo alle due nuove potenze, cominciò a essere strattonata da una parte e dall’altra. Kalergi fautore dell’unità europea è, in primo luogo, un prodotto di questa deludente “atmosfera”. A ciò bisogna aggiungere la sua origine aristocratica che lo portò a sposare un’ideologia anti-capitalista e anti-egualitaria anche se, par di capire, soprattutto, in funzione “pacifista”. La Pan-Europa sembra, come si è già detto, la speranza di un uomo del suo tempo di fronte alla possibilità che l’orrore possa ripetersi.
Detto ciò, ad oggi, le teorie di Kalergi hanno un peso inesistente dal punto di vista accademico. Meno di niente, nel loro specifico, valgono a livello politico. In pratica, è ormai ricordato esclusivamente come “icona”, il primo ad aver parlato di “Stati Uniti d’Europa”. Le sue teorie possono avere al massimo un valore di “documento”. Per quanto contraddittorio, “bislacco” per certi versi. Alla fine degli anni 30, sostenere la necessità di rendere “caratterialmente” più deboli gli europei, gli uomini in generale, attraverso un progetto “eugenetico”, per evitare un’altra guerra, poteva fare breccia. La Germania hitleriana insegna.
Tuttavia, insieme all’idea di una supremazia della “razza ebraica” (il padre si schierò contro l’antisemitismo e la moglie era ebrea), all’idea di un “diritto europeo” allo sfruttamento delle colonie africane, così anche l’idea di “ibridare” l’umanità, per quanto appaia molto diversa da come presentata dai cospirazionisti, è da considerarsi lettera morta.