Scissione PD: l’importanza di un nome per la cosa rossa che verrà

Pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 16:35 Autore: Alessandro Faggiano
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Scissione PD: l’importanza di un nome per la cosa rossa che verrà

Dopo il Congresso PD – che ha sancito, con buona probabilità, la frattura definitiva tra maggioranza e minoranza dem – comincia il ‘toto-nome’ per il partito che sarà. La nuova creatura potrebbe essere generata dai leader dell’opposizione interna all’ormai ex segretario PD, Matteo Renzi. In prima fila, ci sono Bersani, Emiliano, D’Alema e Rossi. Il primo è l’antagonista per eccellenza del fiorentino all’interno del partito. Tra i nomi sopracitati, quello di Bersani è il più gettonato per la leadership della nuova organizzazione politica, suppostamente antagonica a un partito di sempre più chiara orientazione liberale.

Scissione PD: l’enigma del battesimo della cosa rossa

Non solo c’è l’enigma della leadership sulla cosa rossa che verrà. Lo stesso nome del partito – che dovrà accapparrarsi le preferenze nello stesso lato dello scacchiere ideologico di Sinistra Italiana, di Possibile e (in parte) dello stesso Partito Democratico – dovrà distinguersi per coerenza e capacità attrattiva. Partendo proprio dagli esempi dei partiti di recente formazione: Sinistra Italiana (fondata sull’unione con Sinistra Ecologia e Libertà) richiama la tradizione socialista. Possibile, invece, si rifà a un nuovo modello organizzativo, ispirato in buona parte dal Podemos spagnolo, partito chiave per comprendere le nuove sinistre europee. L’assonanza e lo stesso logo rievocano i colleghi in viola al di là del Tirreno. La formazione di Bersani, Rossi, D’Alema e – quasi certamente – Emiliano, affronta la sfida del battesimo: trovare il nome adeguato a un partito nato sotto la stella della dissidenza.

Scissione PD: il toto-nome della cosa rossa

Tra i nomi adottabili e maggiormente gettonati, troviamo il semplice ma possibilmente efficace Nuova Sinistra. Il nome del partito sarebbe un facile richiamo ai nuovi socialdemocratici continentali e mediterranei (piuttosto che nordici). Altro nome più complesso ma che trasmette in pieno due valori fondanti, è Uguaglianza e Libertà per il centrosinistra. In questo caso, si include un ‘centro’ che tende naturalmente ad aprire verso il PD. I valori di uguaglianza e libertà, tuttavia, vogliono caratterizzare – con buona probabilità – una forma organizzativa distinta, che si smarchi dal personalismo renziano all’interno del Partito Democratico. Infine, il nome più “nostalgico” è senza dubbio quello degli Ulivisti Democratici. Il primo a riprendere l’idea fu probabilmente Romano Prodi, che parlò di esperienza non irripetibile. Un messaggio che è stato raccolto da chi potrebbe formare la cosa rossa e rilanciare l’Ulivo, puntando – in questo caso – ad avvicinare degli storici leader della sinistra, ritornati in orbita PD proprio durante il Congresso che ha moralmente sancito la scissione del partito.

 

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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