Sondaggi Elettorali: il Pd paga la scissione e perde il 2,3%
Sondaggi Elettorali: il Pd paga la scissione e perde il 2,3%
Oggi la direzione Pd si riunirà per decidere tempi e regole del congresso. I renziani continuano ad insistere per indire le primarie il 9 aprile. Data che non piace agli altri due candidati, Michele Emiliano e Andrea Orlando. Il ministro della Giustizia ieri ha ufficializzato la sua candidatura per dire basta alla “prepotenza della politica”. Sempre ieri è arrivata a sorpresa la candidatura della coordinatrice torinese dei Moderati Carlotta Salerno. Una candidatura impostante. Spiega infatti l’Ansa: “se infatti i candidati fossero stati tre, la commissione poteva anche decidere di annullare il passaggio del voto degli iscritti dei circoli che ha l’obiettivo di scremare i candidati fino ai primi 3 ammessi alle primarie”.
Intanto continuano ad uscire sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani dopo la scissione avvenuta nel Pd. E non sono buone notizie per Matteo Renzi. Stando ad un sondaggio Ixè per Agorà, il Pd perde 2,3 punti percentuali rispetto ad una settimana fa e raccoglie il 28,1% dei consensi. Il Movimento 5 Stelle è subito dietro con il 27,8% (+0,8%). Nelle retrovie la Lega scende di mezzo punto al 13% mentre Forza Italia rimane stabile al 12,9%. Infine, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana crescono dello 0,2% attestandosi rispettivamente al 4,5% e al 4,1%.
Sondaggi Elettorali: elettorato dem rimane fedele al Partito
Intenzioni di voto a parte, Renzi può gioire sulla fedeltà dell’elettorato democratico. 8 elettori su 10 infatti confermano il proprio voto al Partito anche dopo la scissione. Solo il 13% dichiara che non voterà più Pd.