Referendum Jobs Act, Voucher: ecco le aziende che ne usano di più
Referendum Jobs Act, Voucher: ecco le aziende che ne usano di più
In attesa di sapere la data del referendum sull’abolizione dei voucher, sulle pagine del Manifesto la Cgil ha deciso di diffondere l’elenco delle aziende che ne usano di più. Si tratta di grandi aziende, dove è altamente probabile che vi sia un abuso di questo strumento. Emblematica la motivazione fornita dalla Corte Costituzionale dopo aver dato il via libera alla consultazione popolare. “Viene a mancare – scrive la Corte – qualsiasi riferimento alla occasionalità della prestazione lavorativa quale requisito strutturale dell’istituto”.
Referendum Jobs Act, Voucher: l’elenco dell’Inps
La prima dell’elenco la Best Union Company, una società specializzata nella biglietteria e nell’organizzazione di eventi, la quindicesima è Adecco Professional Solutions. Ma scorrendo il dito sulla lista, troviamo anche la Juventus e tre grosse società della ristorazione tra cui Mc Donald’s, Chef Express (fast food in stazioni e autogrill) e Cigierre (specializzata nei ristoranti etnici). La domanda che pone la Cigl è semplice: che rapporto occasionale ci può essere se gli eventi sono già stati programmati da tempo? Lo strumento del voucher rende le aziende più competitive ed è dunque logico che in molti casi si abusi di questo strumento.
Referendum Jobs Act, Voucher: Comuni italiani nel mirino
Tra i primi duecento utilizzatori di voucher nel 2016 ci sono anche sette comuni italiani. E’ quanto risulta dai dati forniti dall’Inps alla Cgil per una spesa complessiva di 2.418.150 euro per 1.078 lavoratori. I comuni interessati sono Benevento, Padova, Vallo della Lucania, Vasto, Trecase e Boscoreale. I comuni hanno fatto ricorso ai voucher per attività che hanno causali ricorrenti, “quali manifestazioni sportive fieristiche ed eventi culturali o lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione dell’ente, mentre alcune risultano non classificate”.
Referendum Jobs Act, Voucher: e negli altri paesi?
Il voucher è uno strumento che esiste da tempo anche in altri paesi. In Francia, ad esempio, sono stati introdotti nel 2006 combinando due sistemi di voucher preesistenti, i Cheque emploi service universel (Cesu). Si tratta di forma di pagamento per lavori domestici e per il babysitting. Otto anni fa sono integrati dai Titre emploi service entreprise (Tese), utilizzabili da piccole imprese per assumere e retribuire lavoratori occasionali.
In Belgio i titres-services permettono all’individuo di comprare servizi forniti da una società, mentre nel Regno Unito esistono i childcare vouchers, buoni per i servizi all’infanzia. In Austria, invece, dal 2006 è stata introdotta una forma di pagamento simile ai nostri voucher per pagare i lavoratori occasionali.