Mappe storiche: la cospirazione comunista e la cartografia persuasiva

Pubblicato il 8 Marzo 2017 alle 13:10 Autore: Alessandro Faggiano
mappe cospirazione comunista

mappe storiche: la cospirazione comunista e la cartografia persuasiva

Il dibattito originale e perpetuo sulla geopolitica si fonda sulla sua prima concezione. La geopolitica è un discorso sulle strutture spaziali (sul valore delle aree, regioni e territori), o sulla maniera di vedere il mondo? Non vi è una risposta univoca: molti elementi della geopolitica tradizionale – che si riferisce alle strutture spaziali – vengono ripresi dalla geopolitica critica, ma sostenendo che vi sia una narrativa di fondo che giustifica il valore delle strutture descritte.

Abbiamo già visto molte mappe geopolitiche, la maggior parte di queste legate all’epoca della geopolitica tradizionale. Abbiamo analizzato il primo vero modello geopolitico di Sir Halford Mackinder, incentrato sulla regione Pivot. Siamo passati, poi, a Karl Haushofer e al suo modello che ispirò la politica estera nazista. Infine, abbiamo spiegato l’importanza di Samuel Huntington e il Clash of Civilizations per la legittimazione della narrativa delle destre reazionarie e nazionaliste. Oggi, vi proponiamo due mappe dell’era ideologica della geopolitica, in cui il globo si ripartiva tra primo mondo (afferente al mondo capitalista), secondo mondo (sfera d’influenza comunista) e il terzo mondo, non allineato.

Mappe storiche: la cospirazione comunista e l’accerchiamento

Durante il periodo della guerra fredda, non era inusuale sentire, su suolo americano, la percezione della red menace. Il sospetto di infiltrazioni di comunisti su suolo americani era condiviso da una buona parte della popolazione. In questo clima di confronto a distanza tra due mondi inconciliabili, nascono e si sviluppano le teorie della cospirazione. Il terreno (ovvero la cultura e l’ideologia dominante) e il clima (della guerra fredda) permettono alle teorie cospirazioniste di attecchire con facilità estrema. Ed ecco che in “Communist Methodology of Conquest” di Luis Manrara (1966) ritroviamo questa mappa, che indica le varie fasi dell’espansione comunista.

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Il modello di Manrara spiega come il comunismo si sia esteso con rapidità impressionante in poco più di 40 anni. Dalla rivoluzione d’ottobre fino alla fine degli anni ’50, l’ideologia comunista si estese su a third part of the world (una terza parte del mondo). Secondo Manrara, la strategia comunista si fondava sull’espansione tentacolare – ricordando, nell’ultima immagine, un vero e proprio polpo pronto a catturare la sua preda – che avrebbe condotto alla caduta degli Stati Uniti e alla disfatta del capitalismo. La mappa viene sviluppata pochi anni dopo la crisi dei missili cubani (1962) e, ovviamente, dopo la rivoluzione cubana (1959), che vide la presa del potere da parte di Fidel Castro, appoggiata dal comandante argentino Ernesto ‘El Che’ Guevara. La “presa di Cuba” sarebbe stata decisiva, secondo Manrara, per i piani egemonici dei sovietici.

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Altre mappe dell’epoca – come quella appena presentata della John Birch Society – indicano la stessa preoccupazione per l’accerchiamento da parte degli Stati Uniti. Tale oppressione contribuì a creare, come detto al principio, un clima di sospetto e di radicalizzazione.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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