Sondaggi politici SWG: italiani contro la personalizzazione dei partiti
Sondaggi politici SWG: italiani contro la personalizzazione dei partiti
Stando all’ultimo approfondimento settimanale di SWG, i partiti personali (ovvero, costruiti attorno ad un leader piuttosto che una serie di valori e ideali) sono destinati a scomparire. Per la maggior parte degli intervistati, infatti, questa tipologia di partito, attualmente, non ha molto senso. A rispondere in questa maniera è il 53% del campione; Oltre un intervistato su cinque rifiuta totalmente l’idea del partito personalista. D’altro lato, appena un 5% si ritrova nell’idea del partito personale, fondato su una leadership carismatica. Una buona parte dell’elettorato riconosce di non avere un’idea ben precisa riguardo il tema della personalizzazione.
Sondaggi politici: l’importante differenza legata all’ideologia
Stando ai risultati filtrati del sondaggio condotto da SWG, gli elettori leghisti e forzisti sovvertono il risultato aggregato. I sostenitori di Salvini e Berlusconi confidano, evidentemente, nelle qualità dei loro leader. L’idea dell’uomo forte al comando sollecita positivamente l’elettorato conservatore e nazionalista. Per entrambi i casi, il risultato sembra essere facilmente auspicabile. Da un lato, Forza Italia nasce come primo grande partito personalista del Paese. D’altro lato, la nuova narrativa di Salvini mette al centro il recupero della sovranità grazie ad una leadership forte e carismatica. Il richiamo a Putin e Trump è costante e contundente.
Sondaggi politici: il proselitismo del personalismo renziano
Per quanto riguarda i due partiti maggiori, la maggioranza della base elettorale disapprova il partito personalista. La percentuale di approvazione verso il personalismo – tra i due partiti – è decisamente maggiore nel PD. Ciò può essere dovuto all’influsso del personalismo dell’ex segretario ed ex premier Matteo Renzi. Con la fuoriuscita di una serie di esponenti (Civati prima, Fassina poi, Bersani e Speranza per ultimi) è rimasta l’ossatura forte del renzismo; un PD di centro, liberista, imperniato sulla figura del leader fiorentino.
Sondaggi politici: il paradosso del Movimento 5 Stelle
D’altra parte, gli elettori pentastellati si esprimono in maniera paradossale. Ovvero: la gran maggioranza dell’elettorato a 5 Stelle rifiuta categoricamente i personalismi e la leadership personale. Elemento che, evidentemente, è ben presente nelle dinamiche del partito. Beppe Grillo è capace di influenzare le decisioni della base con sorprendente facilità – basti pensare alla votazione sull’eurogruppo – e, in varie occasioni, ha sovvertito il risultato delle rete per decidere secondo il proprio criterio personale.
Sondaggi politici: gli indecisi rifiutano i personalismi
Infine, gli elettori indecisi o affini a un partito minoritario (da destra a sinistra) risultano reticenti ai partiti personali. Appena il 21% lo ritiene tuttora valido. Il dato aggregato è decisamente inferiore rispetto alla maggioranza degli elettori delle quattro principali forze politiche.