Tra semestre europeo e riforme interne Matteo Renzi presenta il “programma dei mille giorni”
E’ il giorno di Matteo Renzi. Il premier oggi interviene in Parlamento per presentare le linee guida del semestre europeo. Ma non solo. Oggi è anche il giorno del cosiddetto “programma dei mille giorni“, il progetto con cui Renzi punta a traghettare l’Italia sino alla fine dell’attuale legislatura (progetto approvato con 296 sì, 169 no e 8 astenuti). L’occasione non è casuale: nella visione di Matteo Renzi è evidente il ruolo delle riforme interne quale fondamento per “cambiare verso” anche all’Europa.
CINQUE PUNTI – O meglio, cinque aree di intervento. Dalla pubblica amministrazione al lavoro, dallal scuola alla sanità, senza dimenticare la giustizia. Il tutto a partire dalle riforme istituzionali già in atto, dall’abolizione delle province alla fine del bicameralismo paritario e perfetto. Un’azione volta a “cambiare l’Italia cambiando l’Europa” e a dare concretezza al progetto nato alla Leopolda.
IL SEMESTRE EUROPEO – La parte iniziale dell’intervento di Matteo Renzi, cominciato intorno alle 9:30, si concentra sul prossimo semestre europeo a guida italiana. Il concetto base è quello già espresso dal premier a più riprese: l’Europa non deve essere un mero soggetto che fornisce autorizzazioni o pone vincoli. E, dopo aver sottolineato la necessità di un ampio accordo sui nomi di chi guiderà la nuova Europa – con implicito riferimento alla Presidenza della Commissione – snocciola i punti programmatici da discutere a livello comunitario.
IMMIGRAZIONE – Il messaggio è chiaro: “non basta avere una moneta ed un presidente in comune, bisogna accettare anche l’idea di avere un destino in comune“. E aggiunge: “l’Europa sugli sbarchi non può voltarsi dall’altra parte”. E, nel far ciò, chiede l’inserimento del programma ‘Mare Nostrum’ all’interno del progetto ‘Frontex’ di matrice comunitaria, portando a compimento “l’internazionalizzazione dell’intervento umanitario”.
CAMBIARE LE REGOLE – Matteo Renzi si scaglia contro i “profeti del rigorismo”, con implicito riferimento al ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che stamane ha smentito la parziale apertura di ieri della Merkel su un eventuale allentamento del patto di stabilità. “Noi non vogliamo un allentamento del vincolo del 3%”, ha sottolineato Renzi. E, per evidenziare la serietà del progetto e delle intenzioni del governo italiano, snocciola l’agenda di riforme interne.
UN PROGRAMMA DI CENTO GIORNI – Matteo Renzi fissa la deadline. Dopo il programma dei cento giorni, arriva quello dei mille, da settembre 2014 a maggio 2017. Un arco di tempo “sufficiente per sfidare il Parlamento”, quel Parlamento da cui deriva la legittimazione del governo e che, se vuole “può mandarci a casa domattina”. Un programma le cui linee guida vanno fissate puntualmente entro settembre, un progetto che dimostri come l’Italia abbia un “puzzle completo” per rilanciarsi e, allo stesso tempo, rilanciare l’Unione Europea. Cambiando un’Europa piena di contraddizioni che “da un lato apre una procedura d’infrazione per mancato pagamento dei debiti della PA ma dall’altro – con un patto di stabilità opprimente – non permette di liberare risorse per pagare tali debiti”. Un’Europa che per Matteo Renzi è “noiosa, sommersa di numeri ma priva di anima”. Un’Europa da cambiare attraverso un’azione “culturale”, cambiandone di riflesso la percezione negativa che hanno di essa i cittadini europei.
TRA INNOVAZIONE, MERCATI ESTERI E LAVORO – Il premier sottolinea la centralità dell’innovazione tecnologica, a partire dall’efficientamento della Pubblica Amministrazione. E – snocciolando le date dei prossimi incontri ufficiali a carattere internazionale – pone l’importanza di guardare a mercati come quello asiatico non solo come minacce o mezzi da sfruttare per diffondere il made in Italy. Riguardo al problema lavoro, Matteo Renzi considera il disegno di legge delega sul lavoro “la vera sfida”, auspicandone un’approvazione parlamentare entro fine anno. E anche qui lancia un appello all’Europa, chiedendo una verifica seria sul programma garanzia giovani, perchè “non basta una moneta comune: non c’è stabilità e crescita se l’Europa non si preoccupa della disoccupazione”.
TRA DEPRESSIONE E CRISI – Matteo Renzi sottolinea come l’Italia sia uscita dalla depressione – “economica ma anche psicologica” – ma non ancora dalla crisi. Evidenziando come, per superare quest’ultimo step, sia necessario un fronte comune a livello europeo, per restituire al processo comunitario “anima e dignità.
M5S A RENZI, ITALIA NON HA MILLE GIORNI, COSÌ FINIAMO SUL PATIBOLO – “Forse Renzi ha perso la cognizione del tempo: a marzo chiedeva 100 giorni per fare le riforme ed ora parla di 3 anni. Ma l’Italia non ha tutto questo tempo, così finiamo sul patibolo”. Lo affermano i deputati M5S, commentando l’intervento del presidente del Consiglio alla Camera sul semestre europeo. “Anche oggi abbiamo assistito all’ennesimo slogan pubblicitario recitato ad arte. Renzi è stato quasi disarmante, riproponendo in aula una rèclame in bianco e nero scopiazzata dai suoi predecessori. Nei fatti – proseguono i parlamentari – sappiamo che l’Ue la scorsa settimana ha aperto l’ennesima procedura d’infrazione nei nostri confronti sul ritardo dei pagamenti dei debiti della P.A.. Il procedimento numero 117, un record europeo di cui vergognarsi. Considerando inoltre i pessimi dati interni di bilancio – concludono i pentastellati – la sensazione è che il semestre Ue più che un’opportunità di rilancio per l’Italia si trasformerà nell’occasione d’oro di Bruxelles per presentarci il conto degli errori passati e presenti commessi dal governo”.
Emanuele Vena