Primarie Lega Nord: Fava sfida Salvini per la segreteria
Primarie Lega Nord: Fava sfida Salvini per la segreteria
Dopo le primarie del Partito Democratico, arrivano quelle della Lega Nord. Domani, il popolo verde sarà chiamato a scegliere il nuovo segretario federale. E con lui, i membri del Consiglio federale, inseriti in appositi listini collegati ai candidati in corsa. Si sfideranno in due per la poltrona più alta di via Bellerio. Da un lato l’uscente Matteo Salvini, dall’altro Gianni Fava.
Primarie Lega Nord: le regole del voto
Cominciamo, innanzitutto dalle regole del voto. Si tratta di primarie chiuse. Infatti, potranno votare solo i soci ordinari e coloro che, al 31 dicembre 2016, avevano maturato un anno di militanza. Si voterà dalle 9:00 alle 18:00 nelle sedi provinciali della Carroccio.
Sul fronte dell’elettorato attivo, invece, ai candidati è stato fatto l’obbligo di raccogliere almeno 1.000 firme. Il nuovo Consiglio federale si riunirà a Parma il prossimo 21 maggio. Qui, sarà ufficialmente ratificata l’elezione del Segretario.
Primarie Lega Nord: Salvini spera di superare l’80%
Passiamo, dunque, ai due candidati in lizza. Cominciamo dal segretario uscente Matteo Salvini. Forte delle 6.000 firme a suo sostegno, l’attuale segretario spera, secondo La Stampa, di superare l’80% dei consensi in questa tornata. In caso contrario, dice sempre il quotidiano torinese, Salvini potrebbe rinunciare nuovamente all’incarico.
La linea politica sarà sempre la stessa. Ovvero, quella che ha consentito alla Lega Nord di cambiare pelle e trend elettorale dopo il biennio nero 2012-2013. Come ricorda Il Post, infatti, dal 4% del 2013, infatti, il Carroccio, oggi, si trova ad aver triplicato i propri consensi, battendosi con Forza Italia per il primato interno nell’area di centrodestra.
Sul fronte politico, l’attuale leader del Carroccio ha trasformato la Lega da movimento territoriale chiuso nel recinto del corso del Po a partito nazionale. Il riferimento è soprattutto ai circoli di Noi con Salvini, sbarcati nelle regioni del Centro Italia e del Sud. Una formazione collocata all’estrema destra dello scacchiere politico. Che condivide il gruppo parlamentare europeo con il Front National di Marine Le Pen e che si sente vicino tanto a Putin quanto a Trump.
Un partito che fa dell’euroscetticismo, del protezionismo e della lotta all’immigrazione clandestina i suoi punti di forza. Senza dimenticare, l’autonomia locale dei territori italiani – e in questo quadro Salvini rilancia per il 22 ottobre i referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto – e la difesa del lavoro. Per i lavoratori, infatti, ribadisce di voler introdurre l’aliquota al 15%, mentre per i pensionati rinnova “la battaglia per l’eliminazione della legge Fornero”.
Primarie Lega Nord: la carta dei bossiani
Una linea, quella del segretario, avversata soprattutto dai bossiani, che schierano Giovanni Fava. Attuale assessore all’Agricoltura della regione Lombardia, Fava è un ex parlamentare e sindaco di Pomponesco, nel mantovano. Vicino a Roberto Maroni, Fava fu la carta giocata dal Carroccio per strappare al Pd la provincia di Mantova (l’ultima nelle mani del centro-sinistra) alle provinciali del 2011. Il leghista, tuttavia, venne sconfitto dal futuro presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci.
Della linea salviniana, Fava condivide ben poco. A partire dalla collocazione a destra del partito. Per l’assessore, infatti, il Carroccio deve rimanere un movimento post-ideologico. Né di sinistra e né di destra e che sia disposto a sedersi al tavolo di chi vuole l’indipendenza del Nord.
Fava, infatti, rilancia l’idea di una Lega “Sindacato del Nord”. Un movimento, dunque, che tuteli gli interessi di questa zona politica, battendosi per il federalismo. E proprio sulla “deriva nazionalista” arriva l’attacco di Fava a Salvini. “Più temi non fanno una linea politica” spiega l’assessore, sottolineando come la comunanza su sicurezza, immigrazione ed euroscetticismo non facciano del Carroccio un partito simile al Front National.
Fava, quindi, immagina un partito territoriale “moderno e liberale, dove regni la libertà di pensiero di parola e di azione nel rispetto dei vertici e delle istituzioni dello stesso in ogni ambito”. In breve, un recupero della tradizione.