TFA Addio: per l’abilitazione all’insegnamento arrivano i FIT
TFA Addio: per l’abilitazione all’insegnamento arrivano i FIT
“Dobbiamo evitare nuove forme di precariato; ridisegnare l’istruzione professionale a partire dal reclutamento”. A dirlo è la senatrice Angela D’Onghia, sottosegretaria al MIUR, alla vigilia dell’incontro alla Giornata di studio su “I Decreti applicativi della Legge 107/2015 per la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti” tenutasi ieri e promossa dall’Università degli Studi di Salerno.
TFA Addio: per l’abilitazione all’insegnamento arrivano i FIT
Formazione, tirocinio e inserimento
Per diventare professori nella scuola secondaria bisognerà superare un concorso che consentirà l’acceso al nuovo percorso diviso in tre fasi: formazione, tirocinio e inserimento. Denominato FIT, sarà indetto su base regionale e sarà differenziato fra posti comuni e posti di sostegno.
Supplenze e valutazione
L’aspirante insegnate deve conseguire il diploma di specializzazione per l’insegnamento secondario al termine del primo anno. L’Ufficio scolastico regionale, le università e le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica o i loro consorzi devono istituire corsi annuali di specializzazione. Ovviamente il diploma di specializzazione è diverso per docenti curriculari e docenti di sostegno.
Nel secondo e terzo anno del percorso FIT ci sarà un graduale assunzione con le funzioni dei docenti. Inoltre, è prevista una valutazione nel corso del secondo anno. A partire dal secondo anno, infatti, il docente potrà effettuare supplenze nell’ambito scolastico di appartenenza.
Concorsi a scadenza biennale e retribuzione crescente
“I concorsi – come ricorda D’Onghia – avranno cadenza biennale. Il primo sarà nel 2018. Chi supera il concorso entra nel percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio, con una retribuzione crescente che parte dal periodo della formazione. Gli insegnanti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Alla fine del triennio, vengono immessi in ruolo. Investire nella formazione vuol dire investire nei ragazzi e quindi nel futuro”.