Riforma della giustizia, torna il falso in bilancio. Nuove norme su prescrizione e intercettazioni
Riforma della giustizia. È già pronta sul tavolo del consiglio dei ministri, in programma per lunedì prossimo, la bozza del tandem Renzi–Orlando. Il premier e il Guardasigilli hanno messo a punto alcune “linee guida“, che verranno presentate nella riunione dell’esecutivo del prossimo 30 giugno. Pareri e proposte di riassetto della macchina della giustizia destinate a far discutere se è vero che, come anticipato da Repubblica, il provvedimento di riforma conterrà oltre alla reintroduzione del falso in bilancio e a all’allungamento dei tempi per la prescrizione, anche la responsabilità civile e disciplinare per i magistrati e una nuova disciplina delle intercettazioni.
Capitoli, questi, che saranno sicuramente terreno fertile per l’ennesimo scontro tra il Csm e il governo. Scontro in vista del quale l’alto organo di autocontrollo dei giudici ha già pronta una lista di proposte da contrapporre a quelle dell’esecutivo. Per ora, la staffetta tra Palazzo Chigi e via Arenula, sede del ministero della giustizia, ha prodotto soltanto delle linee di indirizzo generale.
Ancora incertezza su tempi e modalità di riforma: per la stesura completa dei testi, con la verifica della costituzionalità della manovra, c’è ancora molto da lavorare e c’è da scommettere che il disegno di legge non arriverà in aula prima della fine di settembre. In queste ore, gli uffici del ministero della giustizia hanno faticato non poco, soprattutto per smaltire l’arretrato civile e per favorire la risoluzione dei conflitti fuori dalle aule dei palazzi di giustizia.
Ma ciò per cui il ministro Orlando preme di più è il contrasto ai reati economici: per questa ragione nel provvedimento è stata inclusa la reintroduzione del falso in bilancio. Un bello spot per il governo Renzi, qualora la proposta dovesse passare indenne le forche delle aule parlamentari, con Forza Italia già pronta alle barricate. Accanto al nuovo assetto del falso in bilancio, che prevede pene fino a 5 anni di reclusione, il guardasigilli avrebbe affiancato il reato di auto-riciclaggio, punito fino a 6 anni e misure più pesanti per il 416-bis, il reato di associazione mafiosa, che passerebbe dalla pena massima di 6 a 15 anni di reclusione.
Nuove norme anche per il sequestro e la confisca dei beni e per le misure d’esecuzione della pena per i boss. Nella riforma dell’assetto penale anche un intervento sulla prescrizione, che Orlando vorrebbe fermare al primo grado di giudizio. Il campo minato su cui il governo ha intenzione di intervenire è quello delle intercettazioni. Dopo il monito del garante della privacy, Antonello Soro, che alcuni giorni fa ha invocato “nuove regole” per l’uso delle intercettazioni, il governo avrebbe pensato a due misure: vietare che le telefonate finiscano immediatamente nelle ordinanze di custodia cautelare e non fornire più le copie alle parti prima dell’udienza. Ma il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha assicurato che il governo non metterà mano sulle intercettazioni: “Non faranno parte della riforma della giustizia che il governo presenterà lunedì al consiglio dei ministri. Ho parlato col ministro Orlando e mi ha assicurato che le intercettazioni non faranno parte della riforma della giustizia” ha detto Orfini in un’intervista all’Huffington Post.
In materia civile, invece, oltre all’archiviazione dei processi di lieve entità, le riforma prevederebbe anche una sensibile diminuzione delle impugnazioni delle sentenze. Su tali disposizioni lavora già fa tempo la Commissione presieduta dal magistrato di Cassazione Giuseppe Maria Berruti. La nuova disciplina civile dovrebbe contenere il trasferimento a un collegio arbitrale delle cause pendenti e la negoziazione assistita da un avvocato che consentirà, ad esempio, di separarsi o divorziare senza ricorrere in tribunale.
Il piano Renzi-Orlando dovrebbe riformulare anche la responsabilità civile per i magistrati: lo Stato potrà disporre di una rivalsa sulle toghe calcolata nel 50% e non più sull’attuale 1/3. Nuove modalità di voto anche per la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura. Allo studio dell’esecutivo un vero e proprio piano di riforma dell’organo di Palazzo dei Marescialli. Sulle intenzioni del governo, però, non si può dimenticare che peseranno i malumori degli altri partiti e di gran parte della magistratura. La giustizia è da sempre una materia scottante per gli assetti di governo e chissà se il premier Renzi riuscirà a superare gli ostacoli e gli intoppi dentro e fuori la sua maggioranza.
Carmela Adinolfi