Matrimoni omosessuali Usa: anche l’Indiana approva
Ieri mercoledì 25 giugno, un giudice dell’Indiana di nome Richard Young, ha ritenuto che il divieto imposto da una legge dello stato ai matrimoni omosessuali violi la costituzione degli Stati Uniti perché considera le coppie formate da individui dello stesso sesso in maniera diversa da quelle eterosessuali. La carta fondamentale degli Usa, invece, garantisce l’uguaglianza di trattamento, da parte della federazione, a tutti i cittadini.
Un’ora dopo la sentenza, le prime licenze di matrimonio già venivano rilasciate mentre il procuratore generale dell’Indiana annunciava la sua opposizione alla sentenza. Verrà presto presentato un ricorso alla Corte Suprema: in ogni caso, se la decisione del giudice Young verrà confermata, nello stato dell’Indiana come in altri venti stati degli Usa e nel Distretto di Columbia le coppie dello stesso sesso potranno convolare a nozze.
Il giudice ha preso la sua decisione prendendo atto che il Defence of Marriage Act (DOMA), una legge controversa approvata nel 1996 col sostegno dall’allora presidente Bill Clinton e votata dal Congresso sia dai democratici che dai repubblicani, lo scorso giugno è stata dichiarata incostituzionale proprio dalla Corte Suprema degli Stati Uniti perché violava il quinto emendamento. La legge stabiliva che, nel caso dei matrimoni gay, venisse meno il “vincolo di reciprocità” che legava gli stati americani, cioè il meccanismo che faceva in modo che ogni stato riconoscesse i titoli di studio, i documenti d’identità, i procedimenti giudiziari, lo status legale di tutti i cittadini anche quelli degli altri stati. La legge, inoltre, conteneva una definizione di matrimonio limitata alle unioni tra uomini e donne.
Nello stesso giorno della sentenza dell’Indiana, anche nello Utah – stato mormone per eccellenza – una corte federale d’appello ha stabilito che non si può negare a una coppia gay di sposarsi. Stessa cosa hanno detto i giudici della corte d’appello federale di Denver, Colorado. È attesa la stessa decisione anche da una corte dell’Oklahoma.