Immissioni in ruolo 2017: assunzione a scuola per 52mila, guida docenti
Immissioni in ruolo 2017: assunzione a scuola per 52mila, guida docenti
Ad annunciarlo il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: entro il 14 agosto, con un mese di anticipo rispetto all’anno scorso, saranno assunti 52mila nuovi docenti. I posti disponibili saranno suddivisi tra il 60% a favore di nuove assunzioni, il 30% ai trasferimenti e il 10% a passaggi di cattedra e di ruolo. Il numero comprende 15.100 posti di organico di fatto assegnati ogni anno a supplenti da trasformare in altrettanti posti dell’organico di diritto da coprire con docenti di ruolo con contratto a tempo indeterminato. La questione, a maggio, era stata oggetto di un lungo braccio di ferro tra Miur e ministero dell’Economia. Quest’ultimo conteggiava meno di 10mila cattedre da stabilizzare; il Ministero dell’Istruzione ne chiedeva 25mila. Alla fine, l’accordo è stato raggiunto su poco più di 15mila. Sommate agli oltre 20mila pensionamenti e ai 16mila posti liberi si arriva alla cifra comunicata odierna.
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Immissioni in ruolo 2017: assunzione a scuola per 52mila, guida docenti
Il ministro Fedeli ha tenuto a puntualizzare come, finora, siano “5.200 i docenti, dall’infanzia alla secondaria di primo grado, che cambiano Regione in base alla loro richiesta”. Anche quest’anno “la mobilità ha permesso a numerosi docenti di avvicinarsi al territorio di origine” ha proseguito. Da Viale Trastevere si è poi assicurato che quest’anno “nessuno è stato costretto a spostarsi”. Invece, i risultati della mobilità dei docenti di scuola secondaria di secondo grado saranno pubblicati il 21 luglio.
Il ministro è entrato anche nel merito delle assegnazioni provvisorie degli insegnanti e della legge 104. Su questo punto la Fedeli assicura che il governo garantirà gli insegnanti che richiedono l’applicazione della legge 104. Allo stesso tempo, però, “combatteremo strenuamente ogni abuso; chi abusa di un diritto nega il diritto a chi ha diritto”. Previsto, a tal proposito, “un tavolo con il ministero della Salute, l’Inps, la conferenza Stato-Regioni” per evitare che la legge venga usata “a maglie larghe”.
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