Legge elettorale 2018: Rosatellum, bocciati tutti gli emendamenti
Legge elettorale 2018: Rosatellum, bocciati tutti gli emendamenti
Le votazioni che si sono tenute durante tutta la mattinata a Montecitorio, in commissione Affari costituzionali, hanno lasciato il testo base della legge elettorale , il cosiddetto Rosatellum, essenzialmente invariato.
Era stato il Movimento 5 stelle, insieme a Mdp, a presentare alcuni emendamenti riguardanti voto disgiunto, preferenze, quote di genere, soglie di sbarramento e il tema del leader della coalizione.
Legge elettorale: rinsaldata l’alleanza a quattro
Tra ieri e oggi sono stati diversi i no che hanno certo ricompattato l’alleanza a quattro delle forze politiche a sostegno dell’impianto originario della legge elettorale, Pd, Ap, Lega e FI. Bocciati il voto disgiunto, gli emendamenti riguardanti le preferenze, le quote di genere e l’obbligo di presentazione dello statuto del partito al Viminale insieme a liste e simboli . Si continua quindi ad andare avanti mantenendo intatto il testo e trovando nuove intese.
E’ stata infatti trovata, Tra Pd e Forza Italia, la quadra circa il numero dei collegi. FI aveva chiesto una riduzione e l’ha ottenuta; da 70 collegi previsti nel testo base della legge elettorale si è scesi a circa 65.
Resta perciò al momento irrisolta, soprattutto a seguito dell’assenza in commissione del pentastellato Danilo Toninelli, la questione riguardante l’emendamento “anti-Silvio”. I 5stelle vorrebbero in sostanza far valere la legge Severino e rendere incandidabile e ineleggibile Silvio Berlusconi; è chiaro che verrebbe certamente riconfermato come “capo politico” di FI. Ma qui il Pd non è d’accordo e si è già espresso contrario. Curioso è l’emendamento sullo stesso tema presentato da Francesco Paolo Sisto che va a remare in direzione completamente opposta; da “anti-Silvio” diventa “blinda-Silvio” e vuole in sostanza la forza politica più votata in una coalizione deputata alla scelta del leader della coalizione stessa.
Legge elettorale: sì alle liste civetta
Alle tante bocciature si sono comunque alternate alcune “promozioni”: il sì è giunto infatti sulle liste civetta. Quest’ultimo è un meccanismo che permette di non perdere quei voti assegnati ai partiti che non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento del 3%. Quei voti vengono quindi assorbiti dalle coalizioni a cui i partiti sono collegati.
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