Riforme, ddl Senato approda in Aula
E’ iniziata a Palazzo Madama la discussione generale sul disegno di legge Boschi per la riforma del Senato della Repubblica. Ad aprire la discussione è stata la relazione della senatrice PD Anna Finocchiaro.
M5S PROMETTE BATTAGLIA – “Inizia una nuova battaglia del #M5S in difesa della Costituzione. Sarà una giornata calda”, è il messaggio che compare sul profilo Twitter ‘Senato 5 stelle’. “Difenderemo con i denti quello che migliaia di uomini e donne ci hanno donato con il loro sacrificio e coraggio: il potere dei cittadini di poter votare direttamente in ogni Istituzione i loro rappresentanti. Il Governo Renzi insieme a Berlusconi, rendendo il Senato non più elettivo vuole togliere dalle mani degli elettori questo diritto sacrosanto e fondamentale”. I Cinque Stelle affondano il coltello: “una contro-riforma quella proposta dal ministro Boschi che prevede scarsi tagli ai costi della politica e meno democrazia diretta e partecipata, attraverso l’innalzamento spropositato delle firme necessarie per presentare referendum abrogativi (da 500mila a 800mila) e leggi d’iniziativa popolare (da 50mila a 250mila)”. Ed il Movimento fa capire subito l’aria che tira, non promettendo sconti e chiedendo immediatamente, tramite il senatore Vito Petrocelli, la verifica del numero legale.
Inizia una nuova battaglia del #M5S in difesa della Costituzione. Sarà una giornata calda: http://t.co/qnOyAh88YJ pic.twitter.com/fqgTlkyUJl
— Senato 5 Stelle (@Senato5Stelle) 14 Luglio 2014
PREGIUDIZIALI E ALFANO – Il M5S e SeL hanno presentato due pregiudiziali al ddl, chiedendo di non procedere nell’esame del testo. La prima è firmata solo 5S, mentre la seconda è congiunta M5S-SeL. Tutte le pregiudiziali sono state respinte. Nel frattempo il ministro Alfano interviene a gamba tesa sul tema delle riforme, con particolare riferimento all’Italicum: “sulla legge elettorale daremo battaglia, con le liste bloccate sono le oligarchie di partito a decidere, autoconservando la classe dirigente”. Da Alfano quindi l’ennesimo endorsement verso il sistema delle preferenze, il quale “può dare una mano di aiuto a questi giovani che vogliono cambiare”.
LE TENSIONI IN FI – Ad analizzare le fibrillazioni interne a Forza Italia è Giuliano Urbani, tra i fondatori nonché ideologo del partito di Berlusconi, da molto tempo ormai distante dal partito. Secondo Urbani – intervistato dal ‘Mattino’ – trattasi di “scaramucce comprensibili, non dico che non facciano sul serio, ma è evidente che esprimano posizioni negoziali”. E aggiunge: “l’obiettivo è di prendere parte alla trattativa e di assumere un peso nell’assunzione delle decisioni per poi poter contare su altre scelte”. Riguardo al ruolo di Berlusconi nella partita delle riforme, Urbani è categorico: “in questo momento non può fare altro che seguire questa politica realista nei confronti di Renzi”.
LE PROPOSTE DI CALDEROLI – Abbassare il numero dei deputati, dagli attuali 630 a 500 e, il numero delle firme necessarie a presentare un referendum, fissato in 800.000 dalla Commissione Affari costituzionali. Queste sono le due proposte avanzate in Aula dal correlatore alle riforme, il leghista Roberto Calderoli.
LEGGE ELETTORALE – “Risponderemo fra oggi e domani alla lettera del Movimento 5 Stelle”. E’ quanto detto dal vice-segretario del Pd, Lorenzo Guerini, rispondendo ai giornalisti a proposito della legge elettorale, a margine della presentazione di un libro al Circolo della Stampa di Milano.
SALVINI, SÌ DELLA LEGA? PER ORA NULLA È SCONTATO – “Per ora non c’è niente di scontato. Ci sono state date alcune garanzie, dobbiamo vedere se saranno rispettate”. Così il segretario Matteo Salvini ha risposto sul voto favorevole della Lega alla riforma del Senato in Aula. “Io non vorrei che la fretta sia cattivissima consigliera – ha detto a margine di un incontro a Milano -. Non vorrei che per fare il selfie di Ferragosto, Renzi dia vita a un’accelerazione che ci riporti indietro e cancelli i territori. Noi abbiamo contribuito ma non so se è stato sufficiente”.
Emanuele Vena