Nomine Ue: se salta Mogherini c’è D’Alema
Se salta la candidatura di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Matteo Renzi è pronto a candidare Massimo D’Alema. A scriverlo è Repubblica a poche ore dal vertice di questa sera a Bruxelles, dove si decideranno ulteriori nomine dopo che ieri l’Europarlamento ha dato la propria fiducia a Jean Claude-Juncker.
Nelle scorse ore è emerso un fronte composto da una decina di paesi – soprattutto dell’Est Europa – che non vedono di buon occhio la candidatura di Mogherini, considerata troppo giovane, troppo inesperta e troppo vicina alla Russia.
Nel corso di colloqui telefonici con Angela Merkel, François Hollande ed Herman Van Rompuy, Matteo Renzi avrebbe ricordato loro che per il rispetto degli equilibri politici il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue spetta a un socialista e che il Pd è il principale partito: ecco perché il premier italiano spingerà per far sì che la candidatura di Mogherini vada a buon fine. Ma se così non sarà, il piano B si chiama Massimo D’Alema, ha scritto Repubblica. Su Mogherini però non si sono ancora perse tutte le speranze. Oggi infatti il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz ha dichiarato che il ministro degli Esteri italiano ha ancora “molto chance” di sedere sulla poltrona di Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue.
Porte chiuse invece per Enrico Letta, sul quale Renzi avrebbe espresso la sua contrarietà sia per il ruolo di presidente del Consiglio europeo, sia per quello di Alto rappresentante della politica estera. Il timore di Palazzo Chigi è che a Bruxelles più di qualcuno possa spingere per un incarico di prestigio a Letta.
Quello di stasera promette di essere un vertice caldo. Secondo la BBC è probabile che si tiri fino a tardi. Gli equilibri di cui tener conto sono numerosi: non solo quelli politici tra socialisti e popolari, ma anche quelli geografici, con l’est Europa che sgomita. Gli avversari di Mogherini ad esempio potrebbero essere la bulgara Kristalina Georgieva, Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, o il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski.
Ma non è da escludere che il nome di Mogherini sia finito nel tritacarne della tattica politica soprattutto perché è stato svelato ormai da settimane. Da Bruxelles si sentono voci secondo le quali alcuni paesi dell’Europa orientale punterebbero proprio a ottenere qualcosa in cambio del loro sostegno a Mogherini: un posto di peso in Commissione, o anche la presidenza del Consiglio europeo, per il quale però si continua a fare il nome della premier danese Helle Thorning-Schmidt, nonostante la perplessità della Francia che non vorrebbe affidare l’incarico a un paese che non fa parte della zona euro.
Una volta sbloccate le caselle per il presidente del Consiglio europeo e per l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue si comincerà a discutere la composizione della Commissione europea, altro terreno minato dove è aperta la caccia ai posti che contano: mercato interno, commercio, energia. Probabile che ci voglia ancora qualche settimana per conoscere la squadra di governo che guiderà l’Europa dei prossimi anni.