Ucraina: il destino dei rapporti tra Occidente e Russia
Il premier olandese Mark Rutte ha invitato Vladimir Putin ad “assumersi le sue responsabilità” e facilitare l’accesso al sito dove giacciono i resti del Boeing malese abbattuto sui cieli dell’Ucraina orientale. Kiev continua a sostenere che Mosca sta aiutando i ribelli a distruggere prove decisive. Il segretario di Stato americano John Kerry ha chiesto al ministro degli Esteri russo una “immediata e chiara azione per ridurre le tensioni”. Sale la pressione internazionale sulla Russia. L’abbattimento del boeing della Malaysia Airlines potrebbe cambiare il destino del conflitto in Ucraina ma anche la storia dei rapporti tra Occidente e Mosca.
È ancora impossibile stabilire con certezza cosa è accaduto sui cieli dell’Ucraina ma si fa strada l’ipotesi che a sparare il missile che ha abbattuto il Boeing malese siano stati i separatisti filorussi. L’intelligence americana ha pochi dubbi. Se tutto ciò dovesse essere accertato, la Russia potrebbe dover affrontare conseguenze severe. È l’opinione che David Clark, esperto di relazioni internazionali, ha affidato alla Cnn.
Clark ha sottolineato come fino a oggi la Russia abbia sfruttato tutte le divisioni e le incertezze tra i paesi occidentali: è stato così sulla Crimea, è stato così sugli scontri nell’est dell’Ucraina. Alcuni paesi (la Germania, ad esempio) hanno preferito adottare atteggiamenti meno rigidi privilegiando i rapporti economici con la Russia.
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L’abbattimento dell’aereo potrebbe cambiare tutto. L’Olanda, che ha pagato il conto più salato il termini di vittime, sembra determinata a utilizzare tutta la propria forza diplomatica per spingere i partner europei ad assumere una posizione più netta nei confronti della Russia. Per la Germania, ha scritto Clark, potrebbe essere più difficile mantenere la linea seguita fino a oggi.
Anche all’interno dell’ex blocco sovietico le posizioni sono diventate più nette nelle ultime ore. Polonia, Romania e Repubbliche Baltiche hanno accusato Mosca di fornire armi ai separatisti: sono tutti paesi che temono di veder crescere l’influenza russa su di loro, ha ricordato il Washington Post. La Bulgaria ha interessi opposti. Anche la Repubblica Ceca ha mostrato di non volersi inimicare il Cremlino. L’abbattimento dell’aereo malese sta tracciando una linea anche nell’est dell’Europa: e stare da una parte o dall’altra spesso è dettato da fattori economici.
Se emergeranno chiare responsabilità da parte dei ribelli filorussi che combattono nell’est dell’Ucraina, il Vecchio Continente e gli Stati Uniti potrebbero ritrovarsi molto vicini almeno negli obiettivi: il conflitto deve cessare e la Russia deve esercitare la propria autorità per porvi fine.
Inoltre, per Mosca cambierebbe il vento. Il clima intorno al conflitto ucraino muterebbe: Kiev avrebbe una sorta di investitura morale per proseguire nell’affondo militare e il Cremlino dovrà probabilmente incassare altre e più severe sanzioni.
La Russia è di fronte a un bivio, ha scritto Clark: rinunciare alla propria influenza sull’Ucraina e uscirne con una sconfitta oppure sfidare l’Occidente rischiando l’isolamento diplomatico e un deterioramento nei rapporti commerciali.