Riforme, salta incontro Renzi-Berlusconi. Il voto slitta a settembre
Il voto sulle riforme slitta a dopo l’estate. L’appuntamento è per il 2 settembre quando il Senato si esprimerà in maniera definitiva sul ddl di riforma di Palazzo Madama. Niente tagliola, dunque, e nessun contingentamento della discussione. Il premier Renzi apre ai partiti di opposizione e alla minoranza e scrive una lettera appello ai dissidenti: “È triste vedere il Senato costretto a perdere tempo senza poter discutere in modo civile ma attraverso emendamenti burla”, scrive Renzi che aggiunge “verrà il giorno in cui finalmente anche certi ‘difensori’ della dignità delle Istituzioni si renderanno conto di quanto male fa al prestigio del Senato e del Parlamento mostrarsi ai cittadini come si stanno mostrando oggi”. “Si può essere d’accordo o meno con questa riforma – continua Renzi – definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà. “Solo le riforme strutturali ci consentiranno di essere credibili per usare la flessibilità necessaria a far ripartire l’occupazione e la crescita. Abbiamo mille giorni per riportare l’Italia a fare l’Italia. Dopo ognuno farà le proprie scelte in libertà e rispetto. Ma i giorni che abbiamo davanti non possono essere buttati via. Non ce lo possiamo permettere noi, non se lo possono permettere gli italiani”, conclude il premier
Rensi si dice disposto a trattare sugli emendamenti e ad introdurre eventuali modifiche all’Italicum. Il nodo più importante restano le preferenze, per le quali sarebbe allo studio un sistema misto che prevede il listino bloccato solo per il capolista. Via libera, invece, alle preferenze per tutti gli altri candidati. Il cambio di rotta dell’esecutivo arriva dopo un incontro con la minoranza Pd, capeggiata da Vannino Chiti, Sel e gli ex cinquestelle. Sarebbero stati proprio i dissidenti dem a convincere il Presidente del Consiglio a trattare. “Torni il confronto politico, le riforme costituzionali non si possono affrontare in un clima di scontro”, avrebbe fatto sapere Chiti, la cui proposta di cambiare il calendario votando solo gli emendamenti entro l’8 agosto e rimandando il voto finale, avrebbe convinto il premier al cambio di rotta.
Una tregua momentanea, dunque, che fa slittare ulteriormente l’approvazione delle riforme. Un ulteriore smacco al premier e ai suoi. Solo pochi giorni fa il ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, aveva minacciato: “Voto entro l’8 agosto o niente ferie”. Ad essere rimandata, però, non è solo l’approvazione del ddl Boschi. Slitta anche l’incontro fra Renzi e Berlusconi previsto per oggi. Il leader azzurro ha dato forfait a causa di un fastidioso virus intestinale. Nessun nuovo incontro, dunque, fra il segretario Dem e l’ex Cavaliere per discutere dell’accordo sulle riforme. Tutto rinviato a data da destinarsi. Ma dal Pd rassicurano e fanno sapere: “Possibili modifiche solo se condivise”.
Carmela Adinolfi