La stoccata di Beppe Grillo: “Il vero gufo è Renzie”
Subito dopo l’uscita delle stime Istat sul Pil del secondo trimestre 2014 – -0.2%, secondo “rosso” consecutivo che porta l’Italia in una “recessione tecnica” – è comparso sul blog di Beppe Grillo un lungo commento a firma della Commissione Bilancio alla Camera del Movimento Cinque Stelle. Il giudizio sull’operato del governo è durissimo.
BASTA PROPAGANDA – “Altro che crescita e ripresa. L’Italia è in piena recessione. Il vero gufo è Renzie”, il messaggio di Beppe Grillo, che poi lascia spazio al comunicato della Commissione. Che boccia sonoramente l’attività dell’esecutivo: “Nessuna slide propagandistica può nascondere la verità sostanziale: il Paese è fermo, è ufficialmente in recessione tecnica. In queste ore le pressioni politiche sui vertici dell’Istituto di statistica si sono infittite. In fondo nulla è cambiato dai tempi in cui Tremonti ministro del Tesoro diceva che l’Istat trasmetteva “una rappresentazione discutibile della realtà”. I partiti credono di poter piegare tutto ai loro interessi, anche i numeri che arrivano da enti presunti terzi. Ma la verità è che, in ogni caso, la crescita piatta sgretola ogni falsa rappresentazione allestita dal governo in un Def che è già carta straccia”.
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— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 6 Agosto 2014
CONTI ALLO SBANDO – Il giudizio si fa sarcastico: “E pensare che quando, in primavera, Renzi e il ministro dell’Economia Padoan previdero una crescita a +0,8% a fine 2014, aggiunsero che si trattava di una stima prudenziale”. La verità, per il il M5S è che ” i conti sono allo sbando, la logica dell’austerity continua a dominare e in autunno potrebbe scatenarsi una nuova tempesta finanziaria sul nostro debito. Nel frattempo troppe mani sembrano aggrapparsi al timone dell’economia, strattonandolo di qua e di là”.
RAPPORTI TESI – Critica l’analisi anche dei rapporti tra il premier e i suoi più importanti collaboratori economici, da Padoan a Cottarelli: “Il commissario alla spending Carlo Cottarelli non ne può più di Renzi e vuole tornarsene nel sacro tempio degli affamatori che risponde al nome di Fmi. Anche i rapporti tra Padoan e il premier sono al lumicino, tanto che l’economista viene dato da molti in uscita dal governo. Il premier, d’altronde, ha già deciso di circondarsi di un gruppo di fedeli economisti di partito”. E mentre “i partiti e gli alti burocrati, come i capponi di Renzo, si beccano sugli zero-virgola senza sapere che faranno tutti la stessa fine” il M5S “ascolta la gente e vede la realtà che non è fatta di senatori nominati dal capo dello Stato o consiglieri regionali che si salvano dal carcere con l’immunità”.