Alfano si scaglia contro l’articolo 18 “Va abolito entro agosto”. Contrari Pd e Sel
La ricetta di Angelino Alfano per invertire la rotta in campo economico e produrre lavoro e occupazione si snoda in tre mosse. “Un segnale di forte semplificazione delle regole con l’abolizione dell’articolo 18 entro la fine di agosto”, il pagamento di “quindici miliardi di debiti della pubblica amministrazione entro fine settembre” e, con la delega fiscale, dare “centralità della famiglia, semplificazione, possibilità per gli imprenditori, come già avviene con l’Iva, di pagare le tasse non quando fatturano ma solo quando incassano”.
Riguardo all’articolo 18, il ministro degli Interni tira dritto: “Per noi l’abolizione – incalza Alfano – dell’articolo 18 a questo punto diventa necessaria” dice il leader di Ncd, che spiega: “Anche se il luogo più naturale sarebbe la delega Lavoro, chiediamo che se ne discuta subito per poi inserirlo nel decreto Sblocca-Italia a fine mese” e “sarebbe già un segnale molto forte cominciare dai nuovi assunti”.
La norma sui licenziamenti, secondo Alfano, è “un totem degli anni settanta” e “non è stata abolita finora perché ha retto un asse fra il Pd e il sindacati. Ma ormai è il momento di mettere davanti a tutto la necessità di dare un lavoro a chi non ce l’ha, liberando da ogni laccio l’imprenditore che vuole assumere qualcuno”. E il ministro si dice sicuro che “se ‘sblocchiamo’ l’idea che un’assunzione sia un matrimonio a vita” il mondo delle imprese risponderà.
Su una possibile collaborazione con Forza Italia sui temi economici, Alfano si limita a dire: “A novembre loro sono usciti dal governo: se ad agosto vogliono rientrare lo dicano apertamente, è inutile tutta questa tarantella. Ma devono riconoscere che noi avevamo visto giusto e la loro fu una scelta sbagliata in un momento in cui l’Italia stava per finire in un burrone”.
GUERINI (PD) STOPPA ALFANO – Guerini risponde ad Alfano che chiede l’abolizione dell’art.18 per i nuovi assunti entro agosto con lo Sblocca Italia. La questione lavoro, spiega Guerini, “sarà affrontata con la delega che in questo momento è in discussione al Senato”. “Noi dobbiamo affrontare complessivamente la discussione sul lavoro – prosegue il vicesegretario del Pd – lo abbiamo fatto col decreto e lo faremo con la legge delega. A questo strumento dobbiamo fare riferimento, affrontando la questione nel suo complesso”. “Dentro la delega ci sono vari argomenti oggetto di riflessione, in particolare le politiche attive per il lavoro. Lì – conclude – ragioneremo senza tabù ideologici ma anche senza la tentazione di piantare bandierine”.
GREGORI (PD) “BASTA RICATTI DA ALFANO” – “L’ennesimo ricatto che emerge oggi dall’intervista di Alfano sull’articolo 18 va respinto al mittente. Sono pienamente d’accordo con Marianna Madia, eliminare l’articolo 18 non significa favorire l’occupazione ma al contrario introdurre veri e propri elementi di segregazione occupazionale per i giovani, proprio in un momento dove con la garanzia giovani stiamo cercando di dirgli che lo Stato pensa a loro in un’ottica che sappia dargli prospettive stabili e durature”. Lo afferma in una nota Monica Gregori, deputata del Pd e membro della Commissione lavoro.
FRATOIANNI (SEL) “E’ VECCHIA RICETTA” – “L’articolo 18 ancora nel mirino. A sentire Alfano bisogna intervenire sull’articolo 18, cioè eliminarlo, già a fine agosto, nell’ennesimo decreto dal nome accattivante, lo sblocca Italia. Per lui, che se ne intende, è l’ora di finirla con vecchie ricette che hanno fallito contro la disoccupazione”. Lo afferma in una dichiarazione il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà Nicola Fratoianni. “E visto – prosegue il parlamentare – che da vent’anni la ricetta è sempre la stessa e cioè flessibilita, precarietà e riduzione dei diritti rilanciamo la necessità di un reddito minimo e di un piano straordinario per il lavoro ecologicamente sostenibile”.
“Poi – prosegue il coordinatore di Sel – sentiamo il vicesegretario del Pd Guerini. E scopriamo che il problema non è questo, ma solo la necessità di non anticipare i tempi. Insomma Pd e destra sono divisi solo sulle mensilità e sulla tempistica. Noi ci opporremo – conclude Fratoianni – ai conservatori, cioè a chi da due decenni ripropone come un disco rotto ricette fallimentari sulla pelle di chi lavora”.