Fisco, Cgia: “Oltre 29 miliardi di euro di imposte entro fine agosto”
Ventinove miliardi di euro in imposte e contributi. Una cifra che imprese e lavoratori autonomi saranno chiamati a versare nelle case dell’Erario entro la fine di questo mese. La “stangata di fine agosto”, così l’ha ribattezzata la Cgia di Mestre, il Centro Studi dell’associazione artigiani e piccole imprese, interesserà indistintamente buona parte degli italiani che magari hanno rinunciato alle ferie per rispettare l’appuntamento con il Fisco. A gravare maggiormente sulle tasche dei contribuenti sarà l’Iva: il gettito dovrebbe superare i 13 miliardi di euro. Non meno importante sarà il versamento da parte dei datori di lavoro delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori. L’importo si aggira, infatti, intorno ai 7,6 miliardi di euro. Il versamento del saldo e dell’acconto Irpef dovrebbe garantire 2,45 miliardi. Altri 1,7 miliardi arriveranno dal pagamento dell’addizionale Irpef, mentre dall’Irap e dall’Ires sono previsti altri 3 miliardi di euro. Infine, i lavoratori autonomi dovranno versare le ritenute Irpef per un importo che dovrebbe sfiorare i 1,3 miliardi di euro.
In vista dell’appuntamento con il Fisco, “molti italiani sono stati costretti ad accorciare le vacanze o, nella peggiore delle ipotesi, a starsene a casa”, spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. “A settembre, poi, non è detto che tutte le attività riaprano i cancelli. In attesa di tempi migliori, imprese e famiglie hanno deciso di risparmiare. In definitiva, la paura del futuro sta condizionando gli italiani che in questo momento di difficoltà hanno solo una certezza: onorare un fisco sempre più esoso”. Bortolussi, infatti, sottolinea che il carico fiscale per gli italiani potrebbe addirittura aumentare. Per il 2015 il Governo Renzi ha deciso di tagliare la spesa pubblica di 17 miliardi di euro: l’obbiettivo minimo non potrà essere inferiore ai 4,4 miliardi. Qualora il Governo non sia in grado di soddisfare queste stime, scatterà la ‘clausola di salvaguardia‘: a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro, a seguito della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all’aumento delle aliquote, mentre i dicasteri dovranno tagliare la spesa per un importo pari almeno a 1,44 miliardi di euro. “In buona sostanza – conclude Bortolussi- o si riesce a razionalizzare la spesa pubblica e a ridurre gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze, altrimenti a pagare il conto saranno ancora una volta gli italiani che già ora sono tra i contribuenti più tartassati d’Europa”.
Carmela Adinolfi