Riforma Irpef 2020: modello tedesco, ecco cosa cambia in Italia
Riforma Irpef 2020: qualche giorno fa il ministro dell’Economia Gualtieri ha rilanciato un progetto di modifica della tassa sui redditi delle persone
Riforma Irpef 2020: qualche giorno fa il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha rilanciato un progetto di modifica della tassa sui redditi delle persone. Tra le ipotesi sul tavolo degli esperti, oltre a quella targata Movimento 5 Stelle basata su tre sole aliquote, anche il cosiddetto modello tedesco.
Riforma Irpef 2020: in cosa consiste il modello tedesco
Il modello tedesco sul quale dovrebbe basarsi la riforma Irpef 2020, primo step atteso per aprile con la relativa legge delega, è contraddistinto da una progressività continua. In pratica, l’aliquota cambia a seconda del reddito o, ancora meglio, non sono previste delle aliquote fisse che vengono applicate se si rientra all’interno di determinate fasce di reddito. Sostanzialmente, l’imposta andrebbe calcolata prendendo direttamente in considerazione il reddito lordo dei contribuenti. Ciò, secondo i sostenitori del modello, renderebbe l’Irpef più equa ma anche più semplice da gestire per politica e burocrazia.
Innanzitutto, si eviterebbero i “salti” che al momento contraddistinguono il nostro sistema fiscale: insomma, andrebbero a finire in sconfitta gli attuali “scaglioni”. Infatti, al contribuente basterebbe applicare una formula per conoscere la percentuale effettiva di tasse da pagare, questa però non potrebbe superare comunque il 43%, ossia l’aliquota marginale massima. In parallelo, si sfoltirebbe la massa delle detrazioni fiscali previste a seconda del tipo di reddito (proveniente da lavoro dipendente, autonomo o da pensione). Inoltre, i governi potrebbero modificare più o meno leggermente le regole senza dover fare troppe valutazioni sull’impatto che avrebbero sulle varie categorie di contribuenti.
Sarebbe più conveniente della Flat Tax al 15%
Le prime stime su un’eventuale riforma Irpef 2020 modellata alla tedesca sono state fornite dalla Fondazione Astrid e riportate dal Sole 24 Ore. In linea di massima, 10 milioni di lavoratori dipendenti otterrebbero un vantaggio fiscale medio di circa 380 euro da una tale modifica che diventerebbero almeno 280 per 10 milioni di pensionati e poco meno per gli autonomi. Da considerare, quindi, sempre basandosi sull’accurato studio della Fondazione, che per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 23.500 euro l’aliquota sarebbe inferiore al 15% (la soglia della Flat Tax di matrice giallo-verde) mentre non sarebbe molto più alta (15.8%) per pensionati e autonomi.
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