Recensione de “Romanzo Criminale” di Giancarlo De Cataldo
Giancarlo De Cataldo è un magistrato, giornalista e scrittore italiano. Nato a Taranto nel 1956 è attualmente giudice della Corte d’Assise di Roma.
[ad]Ha raggiunto la notorietà con il suo libro “Romanzo Criminale” nel 2002, anche se è dal 1989 che pubblica libri e romanzi. Dalla sua opera sono stati tratti un film diretto da Michele Placido, dove attori protagonisti sono i migliori giovani attori del cinema italiano , e una serie tv di due stagioni diretta da Stefano Sollima. Quest’ultima ha visto l’esordio di attori non conosciuti televisivamente che, grazie ad essa, hanno raggiunto la giusta notorietà, tanto da fare diventare anche la serie, come il film ed il libro, un vero e proprio cult.
L’ambientazione è la Roma degli anni ’70. Una Roma violenta divisa in zone da diverse batterie, cioè bande di piccoli delinquenti, che la rendono spesso invivibile. In effetti a Roma manca una vera e propria cupola mafiosa e quindi le varie bande spesso si scontrano a causa di sconfinamenti o per impadronirsi delle zone altrui.
In quel periodo, però un gruppo di malviventi decide, non senza scontri, di allearsi per creare un’unica, grande batteria per mettere sotto tutte le altre e conquistare Roma. Cosa impensabile fino a pochi anni prima.
La storia racconta del Libanese, del Dandi, del Freddo, del Secco, di Bufalo e di altri criminali che hanno spadroneggiato in città per molti anni. Il Libanese ed il Dandi si conoscono fin da ragazzini: hanno messo su una piccola banda che si occupa soprattutto di furti. Le bande del Libanese e del Freddo si conoscono quando l’auto del primo viene rubata dal Sorcio, un giovane drogato che poi sarà il primo a raccontare i segreti della banda alla polizia, e rivenduta al secondo, che tra l’altro, gestisce un’autofficina con la quale rivende e sistema le auto rubate.
Da qui nasce il loro sodalizio che porterà al sequestro del Barone Rossellini; decideranno di investire i proventi del sequestro in droga così da poter rifornire tutta Roma ed ottenerne il controllo.
Questa loro bravura li rende noti sia alla mafia siciliana sia alla camorra con le quali stringono patti di amicizia che li porteranno a gestire e a smerciare sempre maggiori quantitativi di droga.
Nel frattempo diventano i padroni di Roma grazie anche alla gestione di Night Club e di un giro di prostituzione gestito da Patrizia, un ex prostituta di cui si innamora il Dandi, il quale la mette a capo di un bordello d’alto bordo che serve,tra l’altro, per ricattare anche gli importanti personaggi che lo frequentano.
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