Il Governo Monti e la “strana maggioranza”: un anno di scontri ed incontri
Il Governo Monti ha rappresentato per certi versi un’anomalia nella storia politica nazionale, tanto per la composizione apartitica dei propri membri e quanto per la variegata composizione della maggioranza a suo sostegno.
I partiti maggiori, e quelli che componevano il Polo centrista, all’indomani delle dimissioni di Berlusconi sono stati “invitati” dal Presidente Napolitano a sostenere il nuovo governo, nato per rasserenare i mercati, ma dopo un iniziale interesse per alcune cariche ministeriale, hanno preferito esimersi dalla partecipazione attiva alla compagine ministeriale, previa vicendevole rassicurazione.
[ad]Il neo Premier ha quindi chiesto da subito alle principali forze un “impegno nazionale”, l’impegno di sostenere misure che potevano essere impopolari quanto necessarie. Ed a renderle ancor più impopolari sarebbe stata la composizione culturale dei partiti a sostegno: difficile trovare punti di contatto tra le richieste di Gasparri e Cicchitto e quelle di Bersani e Franceschini; il centro, il cosiddetto “Terzo Polo”, aveva invece la possibilità di accreditare il proprio progetto politico come perno (appunto) centrale del rinnovamento politico nazionale, con voci più volte circolate e più volte smentite di un appoggio a Monti e/o ai suoi ministri anche per il futuro.
Nell’analisi che segue, prenderemo in considerazione alcune misure tra le più rilevanti, e verificheremo come si è comportata la maggioranza – badando tanto alle dichiarazioni quanto alle votazioni, ben sapendo che il più delle volte si arriva al voto solo dopo una mediazione politica di ampio respiro, che consenta il passaggio delle leggi alle fasi successive.
Verificheremo quanto le preoccupazioni iniziali di molti – rispetto ad un governo che avrebbe esautorato la politica dal suo ruolo – fossero realistiche, e di verificare quali partiti hanno opposto più resistenze alle misure proposte dal Governo.
In particolare, analizzeremo i punti più significativi del mandato Monti: un mandato “per i giovani e per le donne”, incentrato su “rigore, crescita ed equità”. In occasione del suo insediamento, il Presidente Monti ha indicato alcuni punti su cui lavorare: tra questi, la riduzione della spesa e dei costi della politica (con un intervento specifico sulle province), la riforma del sistema previdenziale, misure per gli investimenti, lo spostamento del peso delle imposte dal reddito alle rendite ed ai consumi (leggasi IMU e Iva), la lotta alla corruzione. Per questo motivo, andremo ad analizzare le vicende relative a: riforme delle pensioni e del mercato del lavoro, vicenda Imu, liberalizzazioni, crescita e sviluppo, spending review e giustizia.
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