Rosario Crocetta attacca il Pd: “Il Megafono non sarà messo a tacere”
È ormai scontro a viso aperto tra il governatore della regione Sicilia Rosario Crocetta (Pd) e la dirigenza del suo partito.
Infatti, sabato scorso, la direzione siciliana democrat ha approvato un documento contenente una disposizione ad personam: è vietato possedere la “doppia militanza” per gli iscritti al partito di Epifani.
[ad]Una volta operativa, tale norma non consentirà più al governatore siculo di partecipare in prima persona alla lista Il Megafono – Lista Crocetta, da lui fondata in occasione delle elezioni regionali dell’ottobre 2012.
L’ex sindaco di Gela ha da subito esternato i suoi malumori: “Nessuno pensi di intimidire, nessuno pensi di far prevalere i muscoli dei pacchetti di tessere dentro il dibattito politico del Pd. Non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia militanza nel Pd: è anche il mio partito. Ma nessuno pensi di poter utilizzare quei muscoli per cancellare un’idea. Il Megafono non ha sede, non ha un organismo regionale, uno statuto”. E ha poi affermato: “Nessuno toglierà le pile al Megafono, sono a lunghissima durata, alimentate ogni giorno dalle energie che vengono da tante nuove idee e dalla società siciliana e del resto d’Italia, non ci piegheranno”.
Il Megafono è una delle tante liste di supporto alle coalizioni – vicina al Pd – che, alle scorse elezioni dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha ottenuto 118.346 voti (6,17%) e 5 deputati regionali (oggi 6).
Una lista trasversale, data la presenza dell’ex forzista Nello Dipasquale. A livello nazionale, la lista ha candidato al Senato della Repubblica il democratico Giuseppe Lumia, risultato poi eletto.
Ma la vera sorpresa della protesta-show di Crocetta è stata la dichiarazione sulla possibile candidatura alla segreteria nazionale: “Sfidare Renzi al congresso? Vediamo”.
E ancora: “Io ho salvato il Pd in Sicilia, perché sarebbe stato travolto dagli scandali, e invece continuo a subire attacchi in altri tempi il partito avrebbe mandato uomini come Pio La Torre a fare pulizia. Il nuovo Pd deve essere basato sul rispetto e deve dire basta alle correnti che, in nome dei rapporti di forza che devono avere tra loro, non esitano a prendere chiunque – sostiene Crocetta -. E basta con congressi inutili ogni anno. Il Partito democratico deve fare scelte di responsabilità che gli italiani chiedono per risolvere i problemi. Noi non cederemo, noi non chineremo il capo, noi stiamo facendo la battaglia per la libertà”.
Crocetta è pronto a esportare la “rivoluzione siciliana” anche a Roma e nella segreteria del partito di via del Nazareno questa nuova candidatura potrebbe spaccare ancor di più il fronte del cambiamento.
A suo tempo, il deputato renziano Davide Faraone ha invitato il governatore a “smetterla di distrarsi e di pensare invece ai problemi della Sicilia”. L’ambizione del governatore potrebbe scontentare il Pd siciliano, concretizzando così il pericolo scissione: a quel punto sarà troppo tardi annunciare la disfatta col suono sordo di un megafono.