Siria, Usa e Gran Bretagna pronte ad intervenire

Pubblicato il 26 Agosto 2013 alle 13:20 Autore: Redazione

Siria: cecchini hanno sparato contro gli ispettori delle Nazioni Unite, che proprio oggi sono finalmente potuti partire per un sopralluogo nell’area, l’oasi di Ghouta alla periferia est di Damasco, dove mercoledì scorso sarebbe avvenuto il bombardamento lealista con missili al gas nervino che, a detta dei ribelli, avrebbe provocato centinaia di morti tra gli abitanti.

L’attacco agli ispettori è stato denunciato da un portavoce del Palazzo di Vetro.

La Commissione europea preferisce non commentare le indiscrezioni su un possibile intervento militare anglo-americano in Siria e ribadisce di attendere i risultati dell’inchiesta condotta dagli ispettori delle Nazioni Unite.

“Non abbiamo nessun commento sulle dichiarazioni rilasciate nel corso del fine settimana, molte delle quali sono prive di fonti,” ha detto Sebastien Brabant, uno dei portavoce dell’Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton.

“Attendiamo i risultati dell’ispezione,” ha aggiunto il portavoce durante il punto stampa quotidiano dell’Esecutivo Ue a Bruxelles.

La cancelliera Angela Merkel ha detto che l’attacco del regime siriano alla periferia di Damasco deve avere conseguenze: “deve essere indagato, non può essere lasciato senza conseguenze”.

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Il presidente siriano Bashar al-Assad, dopo le indiscrezioni pubblicate in mattinata dal Telegraph e il Daily Mail, secondo le quali Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un attacco militare contro il regime di Damasco in un’intervista al quotidiano russo Izvestia ha definito: ”un insulto al buon senso” le accuse rivolte dai paesi occidentali sull’uso di armi chimiche aggiungendo ”Possono avventurarsi in qualunque guerra ma non possono sapere quanto durerà e fin dove arriverà”.

Secondo le due testate la scossa allo status quo sarebbe frutto di una lunga conversazione telefonica avvenuta nella notte tra sabato e domenica tra Barack Obama e David Cameron. Ricostruzione, tuttavia, smentita dalla Casa Bianca, anche se il capo del Foreign Office, William Hague, ha ribadito oggi di non ritenere necessario l’appoggio unanime del Consiglio di sicurezza dell’Onu per un’azione militare nel Paese.

L’ipotesi sollevata dai media britannici ha già inquietato Mosca, che ha parlato di conseguenze ”estremamente gravi” in caso di un eventuale intervento militare in Siria. Il ministro degli Esteri Lavrov ha però assicurato che “Mosca non andrà in guerra con nessuno in caso di intervento militare occidentale in Siria”.

Per il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino “un intervento militare” in Siria “senza la copertura legale del Consiglio di sicurezza dell’Onu” sarebbe “impraticabile”.

Pechino, dal canto suo, ha invitato tutte le parti coinvolte anche indirettamente nel conflitto alla ”cautela” e alla ”moderazione”. 

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