Berlusconi: “Se decado, cade il governo”
Mancava solo Lui. O meglio, la sua voce, visto che un bel po’ di parole Silvio Berlusconi le aveva affidate già al settimanale Tempi. Oggi invece è intervenuto al telefono, in una riunione del direttivo dell’Esercito di Silvio. E si è fatto capire, senza giri di parole, dicendo chiaramente quale scenario immagina per le prossime settimane.
“Abbiamo fatto le larghe intese, che noi chiamammo governo di pacificazione per vedere se si potesse mettere fine alla guerra civile, quella guerra fredda partita dopo il ’48. Invece – lamenta Berlusconi al telefono – avete visto quello che è successo, siamo ancora in mezzo al guado“.
Si intesta con orgoglio, come a tutto il Pdl, il risultato della cancellazione – per il solo 2013 – dell’Imu: “E’ nostra la grande vittoria sull’Imu. Abbiamo fatto quanto promesso in campagna elettorale. Credo che tutti gli italiani che hanno una casa ci debbano essere riconoscenti e credo si ricordino che l’abolizione dell’Imu sia merito nostro”.
Le cose buone del governo Letta le attribuisce al Pdl (“Il Governo ha fatto delle cose anche molto buone, perche’ i nostri ministri hanno lavorato bene”), ma sull’esecutivo lancia – di persona – una bomba a orologeria: “Sarebbe disdicevole se il governo cadesse, ma non siamo disponibili a mandare avanti un governo se la sinistra dovesse intervenire su di me, leader del Pdl, impedendogli di continuare a fare politica“.
Continua a ritenersi vittima di una grave persecuzione giudiziaria Berlusconi, senza precedenti: “Mi hanno chiesto cosa sarebbe successo nel ’48 se la Democrazia cristiana avesse tolto Togliatti al Pci o se il Pci avesse tolto la possibilità di fare politica alla Dc, o a De Gasperi. Sarebbe scoppiata una guerra civile”. Così se la prende con i magistrati (“Vivono in un Olimpo, hanno semplicemente vinto un concorso, eppure sono incontrollabili, non rispondono a nessuno, sono assolutamente irresponsabili“) e annuncia la firma ai referendum dei Radicali sulla giustizia, a partire da quello sulla responsabilità dei magistrati.
Ricorda i tempi della sua discesa in campo (“Nel 92′-93′ la sinistra, attraverso Magistratura democratica, riuscì a eliminare dalla contesa poiltica i cinque partiti che avevano governato per 50 anni e l’elettorato moderato resto’ senza rappresentanza e senza guida”) e prepara i suoi a una riedizione del “nuovo miracolo italiano”.
L’orizzonte politico, per Berlusconi e per i suoi, è infatti vicinissimo, questione di giorni: “Lanceremo, come nel ’94, una bandiera ancora che prenderemo in mano, quella di Forza Italia. Nel mese di settembre questo avverrà. Ci rivolgeremo soprattutto ai giovani, a chi è nella trincea del lavoro, a tutti coloro che finora non si sono interessati di politica ma che sanno bene che è venuto il momento di interessarsene”. Il telefono si tace, la campagna elettorale ricomincia. Già, perché non è mai finita.
Gabriele Maestri