Governo, Saccomanni minaccia le dimissioni
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, non ci sta. Le continue pressioni sulla politica economica, da parte di Pdl e Pd, hanno spinto l’inquilino di Via XX Settembre ad alzare la voce. E a paventare l’ipotesi di dimissioni.
“Ho una credibilità da difendere e non ho alcuna mira politica”. Credibilità che verrebbe meno nel caso in cui il ministro cedesse alle pressioni dei partiti della maggioranza, smentendo quanto detto pochi giorni fa a proposito dell’impossibilità di non aumentare l’Iva se si procede con l’abolizione dell’Imu.
A buttare benzina sul fuoco è poi la consapevolezza di aver sforato, anche se di pochi decimali, il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, cosa che potrebbe costare all’Italia una nuova procedura d’infrazione: un danno di immagine notevolissimo, per un paese che vi è uscito solo da qualche mese.
Da questo quadro emerge una situazione delicatissima per l’economia italiana, con un governo che ha sempre meno margini di manovra: appena si è deciso di allentare l’austerity, dando il via libera al rifinanziamento della cassa integrazione e allo sblocco dei pagamenti arretrati della PA alle imprese, il paese è ripiombati nell’incubo deficit, prendendosi i rimbrotti di Bruxelles.
Come se non bastasse, il clima pre-elettorale (ritorno di Forza Italia, congresso del Pd) certo non fa bene alla salute dell’esecutivo. “Io non mi metto alla disperata ricerca di un miliardo se poi a febbraio si va a votare. Tutto è inutile se la campagna elettorale è già iniziata”, ha sbottato Saccomanni.
Quello che sconcerta il ministro sono poi i toni populisti e antieuropei del Pdl, con il continuo refrain dei sacrifici imposti dall’Europa senza però mai dire che il rispetto degli impegni è scritto in leggi e decreti votati dal Parlamento e il pareggio di bilancio è addirittura una norma costituzionale.
Che senso ha avuto allora votare il Fiscal compact? “Gli impegni vanno rispettati, altrimenti non ci sto”, il paese deve mantenere gli “impegni sui conti pubblici o mi dimetto” , ha aggiunto il ministro.
Le parole del ministro, tuttavia, hanno dato adito ad una nuova polemica con il centrodestra. “Le sue parole non fanno paura – ha detto Maurizio Gasparri – Letta prenda la responsabilità dell’Economia”. E Fabrizio Cicchitto aggiunge: “Se vuole fare il premier diventa un problema”. Renato Schifani contrattacca: “Abbia più coraggio in politica economica”.
A prendere le difese di Saccomanni è il suo vice Stefano Fassina: “Saccomanni è molto preoccupato rispetto alla situazione della finanza pubblica e alla demagogia che segna una parte della maggioranza che sostiene il Governo Letta”. “L’invito che rivolgo – aggiunge il viceministro – è quello di confermare l’eliminazione dell’Imu per il 90% delle famiglie e lasciarla sul 10% delle abitazioni di maggior valore, quelle sulle quali si paga mille euro o più. Così recuperiamo un miliardo”.
Il tutto mentre, da Palazzo Chigi, Letta esprime vicinanza al suo ministro dell’economia e piena sintonia con lui: “In politica economica, ribadiscono le stesse fonti, le soluzioni si possono trovare e i margini ci sono. Ma ora basta con gli ultimatum e gli aut aut al governo da parte delle forze di maggioranza”.