Concorso truccato a Messina: arrestati docenti universitari
Concorso truccato. La Guardia di Finanza ha arrestato a Messina due docenti dell’Università accusati di ”aver gravemente inquinato” un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l’esito.
L’operazione, ribattezzata “Pacta servanda sunt“, è il risultato di indagini durate diversi mesi che hanno messo in luce ”un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l’accesso al mondo accademico”.
Secondo le indagini il piano sarebbe potuto saltare perché un altro candidato aveva raggiunto un punteggio più alto di quello che secondo i docenti coinvolti doveva vincere il concorso.
Con la frase “Pacta servanda sunt“, i patti vanno rispettati, in un’intercettazione telefonica i due arrestati concordano sulla necessità che il candidato col punteggio più alto debba rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.
Secondo l’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ada Merrino e dal sostituto Diego Capece Minutolo, che ha chiesto e ottenuto dal Gip Massimiliano Micali le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, la commissione giudicatrice e il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione di loro colleghi.
Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, firmate dal Gip Massimiliano Micali, sono state eseguite nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell’Università di Messina, che è anche professore ordinario e di un altro professore ordinario. Altri tre docenti sono indagati.
L’indagine è stata avviata dopo una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento in cui operava uno dei arrestati, che si sarebbe peraltro appropriato di somme del “fondo economale” del Dipartimento con il concorso di un dipendente amministrativo della Facoltà.