Nascono su Facebook le “Milizie 5 Stelle”
“Militia est vita Hominis super Terram”. È con questa frase in latino, con le cinque stelle e con un logo tricolore con le ali che si presenta la pagina Facebook delle “Milizie 5 Stelle”.
Di cosa si tratta? Per ora non se ne sa molto, se non che siamo in presenza di nove gruppi dislocati nelle maggiori città: c’è il gruppo Milizia 5 Stelle Milano, Milizia 5 Stelle Roma, Milizia 5 Stelle Brescia e così via.
Politicamente, come dice lo stesso nome, c’è un chiaro riferimento al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, anche se non c’è alcun collegamento ufficiale con lo stesso.
Il problema, che di certo non farà piacere ai grillini, è che i toni e gli slogan utilizzati dalle Milizie strizzano non poco l’occhio all’estrema destra: citazioni di Ezra Pound, versi di Gabriele D’Annunzio e tattiche militari possono infatti facilmente essere rinvenuti sulle pagine facebook dei gruppi.
Ciononostante le iniziative in questione hanno raccolto l’attenzione e l’adesione sia di comunissimi utenti dei social network dalle chiare simpatie per l’M5S, sia di meet up grillini territoriali, sia, a sorpresa, di parlamentari e loro assistenti. Accade che fra gli amici della Milizia Cinque Stelle Roma vi sia l’Onorevole Danilo Toninelli e che fra gli amici della Milizia Cinque Stelle Brescia vi sia il suo collega Tancredi Turco. Ci sono, invece, l’Onorevole Tommaso Currò e la Senatrice Michela Montevecchi fra i follower della Milizia su Twitter.
Il tenore dei messaggi che compaiono sulle bacheche sono simil-guerreschi: “Se non volete morire anonimamente, fatevi avanti cittadini”, propone Giorgio, cui fa seguito il ragionamento di Mattia: “Colgo l’appello di Giorgio e propongo di costituire un corpo civile fatto di volontari, un organismo che metta il fiato sul collo alle istituzioni”.
Tracce delle Milizie si ritrovano anche sul forum del blog di Beppe Grillo.
Blog dal quale lo stesso Grillo, in un post odierno, non ha perso l’occasione per attaccare Enrico Letta e Angelino Alfano, definendoli “I chierichetti di De Mita”, calcando la mano sulla comune e passata esperienza democristiana del presidente del Consiglio e del ministro dell’Interno.