Ulisse Di Giacomo, chi è il (possibile) sostituto del Cavaliere al Senato
Ulisse Di Giacomo, chi è il sostituto del Cavaliere al Senato
Il senatore Silvio Berlusconi si trova a un passo dall’addio obbligato alla politica attiva, sempre che l’aula di Palazzo Madama confermi la decisione della Giunta delle elezioni.
Ma il probabile sostituto del Cavaliere, Ulisse Di Giacomo – coordinatore regionale del Pdl ed ex assessore alla Sanità del Molise – già scalpita, tant’è che nelle ore precedenti alla lettura del verdetto del presidente Dario Stefano, l’avvocato di Di Giacomo, Salvatore Di Pardo, aveva chiesto alla commissione parlamentare di applicare la legge Severino.
“Se il senatore Berlusconi – spiega il legale di Di Girolamo nella sua arringa difensiva – fosse stato sottoposto come tutti i cittadini a una decisione di un giudice terzo e imparziale non sarebbe più senatore perché la giurisprudenza sulla legge Severino è granitica. Il Consiglio di Stato ha chiarito che non è incostituzionale”.
Per Berlusconi si tratta del secondo “tradimento” in una sola settimana, dopo quello messo in atto dal ministro Angelino Alfano. Tuttavia al dirigente molisano del Pdl sembrerebbe importare di gran lunga l’applicazione retroattiva delle norme contenute nella legge anticorruzione, piuttosto che il rispetto della legge in sé.
Infatti, in un’intervista concessa all’HuffPost, Di Giacomo riserva parole piene di rancore al gruppo dirigente pidiellino: “Ho fatto sapere che ero stato invitato alla seduta pubblica – fa notare il futuro senatore – se avessero voluto avrebbero potuto contattarmi per confrontarci e consigliarci sul da farsi. Nessuno ha risposto, così, insieme al mio legale, abbiamo deciso di presentarci in Giunta”.
Poi arriva la frecciata ai colleghi di partito: “A suo tempo non mi ha fatto piacere sapere della mia estromissione dal Senato tramite la stampa. Nessuno ebbe la correttezza e la dignità di avvertirmi. Io oggi mi riservo di fare tutti i passi necessari per tutelarmi”.
Tutela che ha dei precedenti ben documentati nella regione di Di Giacomo: “Proprio in Molise abbiamo avuto i primi due casi di applicazione della legge Severino, riguardanti due consiglieri regionali. Il Consiglio di Stato non ha consentito loro di candidarsi, confermando la piena costituzionalità della norma. Non sono considerazioni mie”.
Nella fattispecie, per Di Giacomo Berlusconi “non possiede i criteri morali per ricoprire la carica di parlamentare” e precisa: “Non lo dico io, lo dicono i tre gradi di giudizio ai quali è stato sottoposto. Chi viene condannato a quattro anni di carcere non risponde ai requisiti che la stessa Costituzione prevede”.
Una volta che la Camera alta confermerà la decisione della Giunta, Di Giacomo potrà sedere in Senato e “rappresentare al meglio il Molise, regione troppo spesso dimenticata”. Ma probabilmente non entrerà a far parte del gruppo Pdl a Palazzo Madama: “Non lo so ancora. Mi aspetto magari che qualcuno si accorga del mio subentro, si accorga che finalmente anche il Molise verrà rappresentato in Senato. E che me lo domandi”.