Alitalia verso il salvataggio, pronti 500 milioni
(10/10/2013) Alitalia verso il salvataggio, pronti 500 milioni
La luce in fondo al tunnel. Dopo essere stata vicinissima alla bancarotta (il carburante termina tra due giorni) si apre uno spiraglio importante per Alitalia. Pare infatti che lo Stato, assieme agli attuali azionisti ed ad alcune banche, abbia predisposto un piano di salvataggio della compagnia di bandiera.
Piano che dovrebbe consistere, come ha confermato l’amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, in circa 500 milioni di euro, così ripartiti: 300 milioni di aumento di capitale dei soci (tra cui anche AirFrance), di cui 150 stanziati dallo Stato e i restanti 200 milioni finanziati da alcune banche tramite l’apertura di altre linee di credito.
Allo stanziamento dell’ingente somma di denaro dovrebbero partecipare anche le Ferrovie dello Stato, persuase in extremis dal Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha giocato la carta dell’italianità della compagnia da mantenere, carta che sembrerebbe aver fatto breccia in Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Fs. “Siamo un’impresa italiana e diamo contributi a tutti, in base ai limiti delle nostre possibilità, che sono tanti”, così l’ad di Fs.
Restano da capire le modalità di intervento dello Stato. Su questo punto i nodi non sono ancora stati sciolti. Dopo il consiglio dei ministri che dovrà discutere la manovra di correzione dei conti pubblici, i ministri dello Sviluppo, Flavio Zanonato, dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, delle infrastrutture, Maurizio Lupi, e il premier Enrico Letta, dovrebbero vedersi per un mini vertice necessario per trovare un accordo di massima, visto che le posizioni nella compagine governativa sono divergenti.
C’è chi spinge per una ricapitalizzazione diretta attraverso un veicolo come Fintecna (che però sarebbe molto restia a partecipare). Ma c’è anche chi sarebbe propenso ad un intervento indiretto dello Stato, un po’ come fatto con il Monte dei Paschi: un prestito tramite un’obbligazione convertibile, un Letta bond, per salvare nell’immediato la compagnia e solo in una fase successiva, eventualmente, procedere ad una nazionalizzazione.
Quello che è certo è che la posta in gioco è altissima: se entro poche ore non verrà trovata una soluzione convincente anche a livello comunitario, Alitalia andrà incontro al default. Lo rimarca il segretario generale della Filt-Cgil, Franco Nasso: “La situazione è drammatica, è confermato il rischio di discontinuità aziendale. Quello che vorremmo evitare è il ricorso alla legge Marzano (leggi commissariamento, ndr) che sarebbe la distruzione dell’azienda”.