Infiltrazioni mafiose il comune di Sedriano (Milano)
Infiltrazione mafiose: sciolto il Comune di Sedriano, provincia di Milano. Il sindaco si dichiara innocente e vittima di un atto politico.
E’ la prima volta per la Lombardia, ed è una delle prime per il nord Italia. Fece scalpore quando, nel lontano 1995, il comune di Bardonecchia, nella provincia di Torino, venne sciolto per infiltrazioni mafiose. Stavolta le infiltrazioni criminali sembrano essere legate alla mafia calabrese, la n’drangheta. Il comune di Sedriano, un paese di appena 10.000 abitanti nella provincia di Milano, ai confini con il Piemonte, si risveglierà domattina senza il sindaco eletto nel 2009.
Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri che, contestualmente, ha sciolto anche il Comune di Cirò, in provincia di Crotone, grazie allo stesso articolo 143 del T.U.E.L. (Testo Unico degli Enti Locali). Nei prossimi giorni arriverà la ratifica del Presidente della Repubblica e, di seguito, un commissario prefettizio che guiderà l’amministrazione ordinaria fino la data delle prossime elezioni.
La Procura, grazie anche ad una relazione della commissione prefettizia inviata ad aprile presso Sedriano per esaminare gli atti comunali, avrebbe ipotizzato la vicinanza del Sindaco Alfredo Celeste (Pdl) con due imprenditori legati alla ndrina Di Grillo-Mancuso, Eugenio Costantino – proprietario di un “Compro Oro” – e Marco Scalambra, titolare di alcune cooperative, entrambi mariti di due consigliere comunali di Sedriano. Per il sindaco Celeste, dichiaratosi immediatamente estraneo ai fatti e quindi innocente, non è il primo scontro con la Magistratura: già nel 2012 scontò tre mesi di arresti domiciliari per il reato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta su voti di scambio con la n’drangheta. La stessa inchiesta che ha portato in carcere l’ex assessore della Regione Lombardia Domenico Zambetti.
Il sindaco pidiellino, ininterrottamente in consiglio comunale dal 1985, ed ex segretario provinciale del Pdl, come detto si è dichiarato “innocente ed incorruttibile”. Aveva già fatto parlare di sé sulle colonne dei più importanti giornali italiani come il sindaco che parlava male della Carovana Antimafia e che intimidiva i giornalisti (così, almeno, scriveva La Repubblica). Celeste si è difeso affermando che questo scioglimento si tratta di un atto politico e che non si dimetterà dalla carica di sindaco perché l’accusa è infondata e lo dimostrerà.
Ma è un nord sempre più permeabile alle infiltrazioni mafiose che è sotto accusa. La vicenda dei voti di scambio, corruzione, peculato, appropriazione indebita, dossier aggio, prostituzione minorile e tanto altro sono state il biglietto da visita di alcuni consiglieri di maggioranza di centrodestra, della Regione Lombardia, degli ultimi anni targati Formigoni-quater. Il nord non era comunque immune agli scioglimenti per mafia.
Non solo in Piemonte, ma anche in Liguria si sono registrati due amministrazioni comunali legate alle organizzazioni criminali: Bordirghera e Ventimiglia, entrambe nella provincia di Imperia vennero sciolte tempo fa. Gli insediamenti mafiosi, legati a Cosa Nostra, alla n’drangheta, alla camorra ed alla pugliese Sacra Corona Unita sono più che realtà a nord del fiume Po’.
Ma proprio perché vi è una disponibilità maggiore di soldi ed una più bassa attenzione, essendo un fenomeno esogeno ed apparentemente lontano geograficamente e storicamente, l’infiltrazione è più semplice. “Milano Criminale” intitolava Paolo Roversi il suo romanzo. Un titolo ormai superato e riduttivo. Forse, sarebbe il caso, di ri-aggiornarlo ed intitolarlo “Nord Criminale: come le mafie si insediano nel nord Italia, facendo business e sparando poco”.