Caso Ilva, gli indagati sono 53. Tra loro c’è Vendola
Le indagini sull’Ilva di Taranto si concludono con una raffica di avvisi di garanzia, ben cinquantatrè. Nel corso della mattinata il pool di inquirenti guidati dal procuratore Franco Sebastio ha notificato gli avvisi di conclusione dell’indagine nella quale sono accusati del disastro ambientale e sanitario di Taranto Emilio, Nicola e Fabio Riva, i vertici della fabbrica. Con capi d’imputazione differenti sono coinvolti anche politici, funzionari ministeriali e locali, membri delle forze dell’ordine, un ex consulente della procura, un sacerdote e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano.
Il nome più illustre, però, è quello del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al quale viene contestato il grave reato di concussione ai danni del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato (anch’egli indagato). Nello specifico, sembrerebbe che, a fronte della proposta di Assennato di rimodulare i cicli produttivi dell’Ilva visto il grande impatto ambientale (giugno 2010), la risposta di Vendola non sarebbe stata per nulla accondiscendente, costringendo lo stesso Assennato a rivedere la propria posizione, pena la mancata riconferma dell’incarico alla direzione dell’Arpa.
Si tratterebbe, dunque, di una condotta grave da parte del governatore pugliese, reo di aver abusato del proprio ruolo istituzionale per fare pressioni su un pubblico funzionario. Stando all’accusa, infatti, l’intervento di Vendola avrebbe permesso all’Ilva di neutralizzare le ostilità del direttore generale dell’Arpa che, secondo quanto riferito in un intercettazione captata dai militari, dopo l’intervento di Vendola “si è molto… responsabilizzato”.
“In un momento di grande turbamento, continuo a dare una straordinaria importanza all’inchiesta sull’Ilva”. “La mia amministrazione ha provato a scoperchiare le pentole e a vedere dove nessuno aveva visto prima. Ma non c’è nessuna ombra sull’amministrazione della Regione – sottolinea Vendola – Se avessi operato piegando la mia coscienza sarei in grado di infliggere a me stesso la più grave delle pene”.
Ma non sono solo le accuse al leader di Sel a terremotare la politica pugliese: nel registro degli indagati sono finiti infatti anche l’assessore regionale all’ambiente ed ex magistrato Lorenzo Nicastro, e l’ex assessore alle politiche giovanili Nicola Fratoianni (ora deputato di Sel) accusati di favoreggiamento nei confronti nei confronti dello stesso Vendola.
Pesantissimo invece il capo di imputazione mosso alla famiglia Riva: i proprietari dell’Ilva, infatti, sono accusati di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e ad altri reati minori.
Come se non bastasse, in queste ore è divampato un incendio proprio in alcuni capannoni dell’azienda, che ha intossicato 15 operai. Restano quindi molte ombre sulle condizioni di sicurezza e di salvaguardia della salute offerte dall’azienda.