Cisl: “In 5 anni persi oltre 1.000 euro di reddito”. Moody: “Crescita nel 2014”
La crisi economica, che oramai attanaglia il nostro paese dal 2008, continua a far registrare dati impietosi. Questa volta, grazie ad uno studio effettuato dalla Cisl, possiamo comprendere meglio quanto la recessione abbia influito sul portafoglio di ogni italiano.
Nello specifico, l’indagine del sindacato si concentra sul cosiddetto “fiscal drag” (letteralmente drenaggio fiscale), vale a dire la perdita di potere d’acquisto a cui sono andate incontro le famiglie a causa dell’aumento dell’inflazione. In sostanza, nel corso degli ultimi 5 anni si è assistito ad un incremento dei prezzo dei prodotti a cui non è corrisposto un incremento dei salari. Il tutto ha comportato una perdita di reddito media di 1.040 euro. Le fasce sociali più colpite dal fiscal drag sono quelle che compongono il ceto medio, nella forbice tra i 29 e i 55 mila euro di reddito lordo annuale. Inoltre, va sottolineato come il drenaggio fiscale riguardi di più i lavoratori dipendenti rispetto agli autonomi: i dipendenti, infatti, subiscono più di tutti il mancato adeguamento del meccanismo Irpef all’inflazione e per loro la perdita di reddito cumulata è stimata al 6%. Calcolando la perdita del reddito, la Cisl, sulla base delle dichiarazioni dei redditi elaborate dal proprio Caf, sottolinea “l’esigenza di compensare in modo più che proporzionale gli aumenti dell’Iva attraverso una significativa riduzione dell’Irpef per non deprimere le già scarse propensioni al consumo che incidono negativamente sulla domanda interna e sulle prospettive della ripresa economica”.
Le stime di Moody’s – Nel frattempo arriva anche il report dell’agenzia di rating americana Moody’s, che vede, per il 2014, la possibilità di una ripresa. Nella nota, Moody’s scrive che “l’Italia dovrebbe ritornare ad una crescita positiva nel 2014”. Dati alla mano, l’agenzia di rating prevede una contrazione del pil compresa tra il 2% e l’1% nel 2013 e una crescita tra lo zero e l’1% nel prossimo anno e nel 2015. Il prossimo anno, si aggiunge nel testo, “per la prima volta dal 2010 tutti i paesi del G20 potrebbero registrare un rialzo del pil”.
Nell’outlook l’agenzia di rating evidenzia più di una preoccupazione sulle situazione politica di paesi come Italia e Grecia, dove i partiti antieuro si fanno sempre più forti: “Nell’eurozona il rischio di un’ulteriore escalation della crisi resta considerevole, soprattutto se il sostegno politico e sociale ai programmi di austerità continua a calare”. “In particolare, le possibilità che un partito politico guadagni il potere sulla base di una piattaforma che preveda un’uscita dall’euro rimangono non trascurabili, alla luce dei continui rischi politici in Paesi come, tra gli altri, Italia e Grecia”.
Bankitalia ottimista – Sulla questione “crescita” interviene anche la Banca d’Italia, che segnala un “miglioramento del quadro macroeconomico, mentre in Europa i rischi per la stabilità finanziaria si attenuano ma rimangono significativi”. Palazzo Koch, nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, ricorda inoltre che “le banche italiane, al pari delle altre dell’Eurozona, sono chiamate a restituire all’inizio del 2015 i prestiti triennali ricevuti dall’Eurotower. Rifinanziamenti, per complessivi mille miliardi di euro, che erano serviti a colmare il deficit di raccolta provocato dalla crisi economica e finanziaria e dalla conseguente frammentazione dei mercati finanziari dell’area euro”. Le banche centrali dell’area euro hanno già detto di essere pronte ad adottare misure per evitare nuove crisi di liquidità che potrebbero compromettere la ripresa economica, ma questo sostegno “non potrà proseguire illimitatamente. Gli intermediari italiani sono impegnati a pianificare strategie adeguate per far fronte a tali scadenze”.
Vertice sui giovani nel 2014 a Roma – Il prossimo vertice Ue sulla disoccupazione giovanile si terrà a Roma “nei primi sei mesi” dell’anno prossimo, secondo fonti diplomatiche probabilmente in aprile. “E’ una prova di fiducia e una grande occasione per l’Italia che dobbiamo sfruttare al massimo”, ha commentato il premier Enrico Letta, al termine del secondo summit Ue sulla disoccupazione giovanile che si è tenuto oggi a Parigi.