Inps: crolla il potere di acquisto delle famiglie. Metà dei pensionati con meno di 1000 euro
Inps: crolla il potere d’acquisto delle famiglie. Metà dei pensionati con meno di 1000 euro
Il bilancio sociale dell’Inps non lascia interpretazioni alternative: la situazione dell’economia reale italiana è in profonda crisi. Basti pensare ad uno dei dati più significativi esposti: il potere d’acquisto delle famiglie è sceso, dal 2008 al 2012, del 9,4%. Del 4,9% solo tra il 2011 e l’anno seguente. Il reddito disponibile delle famiglie è il primo indice che ha subito una contrazione: -1,8% l’anno, di cui -2% tra 2011 e 2012.
Anche gli ammortizzatori sociali sono centro del dossier: rispetto al 2011 la spesa per la Cassa Integrazione Guadagni (Cig) è aumentata complessivamente del 21,7%, con una corrispettiva crescita sia per l’indennità di disoccupazione (18,2%) che dell’indennità di mobilità (17,3%). Coinvolti nella Cig 1.600.000 lavoratori, nell’indennità di disoccupazione 2.500.000 unità e nella mobilità 285.000. Il totale è impietoso: più di 4.000.000 di individui hanno percepito un ammortizzatore sociale durante l’ultimo, disgraziato, anno.
Pure i dipendenti pubblici sono stati oggetto della relazione Inps: a causa del blocco del turn over e dei pensionamenti, il numero dei lavoratori pubblici si è abbassato del 4%, corrispondenti a 130.000 stipendiati, il tutto confermato dal calo delle entrate contributive Inpdap del 8,2%. Adesso, la cifra dei dipendenti si attesta a 3.100.000 dipendenti.
Ma forse il dato più significativo è quello dei pensionati poveri: il 45,2% dei pensionati Inps ha un reddito inferiore ai 1.000 euro al mese, corrispettivi a 7.200.000 dipendenti a riposo. Di questi, 2.260.000 (14,3%) non arriva a 500 euro mensili.
Un freno a nuovi pensionamenti è dipeso dall’applicazione della Legge Fornero. Nell’ambito previdenziale si contano 629.774 nuovi trattamenti, con una decrescita del 7,4% rispetto all’anno 2011.Le nuove prestazioni previdenziali, equivalenti al numero di 516.566, sono cresciute non indifferentemente: +21,8%, di cui +23,4% i trasferimenti agli invalidi civili.
I lavoratori domestici iscritti all’Inps nel 2012, al contempo, si riducono: -12.077 unità al confronto dell’anno precedente. Di questi la distribuzione per nazionalità è la seguente: 23,3% italiano e 76,7% straniero. La parte italiana è cresciuta del 1,2%, mentre quella nata fuori i confini peninsulari è diminuita del 2,2%. La distribuzione territoriale è tutt’altro che omogenea, viene spiegato all’interno del dossier dell’istituto previdenziale: il 51% dei lavoratori domestici si trova nel nord del paese, il 30% al centro ed il restante 19% nel meridione.
La fotografia prodotta dall’Inps è spietata quanto veritiera. Uno scatto di reni che modifichi questa disperata e drammatica situazione è ormai d’obbligo.
Daniele Errera