Legge elettorale, Renzi: “Porcellum debole perché fu fatto a maggioranza”
Legge elettorale, la Camera accelera e la maggioranza discute
Una legge elettorale a maggioranza? Dev’essere proprio l’extrema ratio, perché “Se possiamo ravvisare una debolezza del fu Porcellum è che fu fatto a maggioranza“. Ne è convinto Matteo Renzi, che rivolge questa osservazione ad Angelino Alfano durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. Alla ricetta della maggioranza, il nuovo segretario del Pd preferisce la strada della “più ampia condivisione possibile”.
Il principio di maggioranza, invece, sembra più caro ad Alfano, che esclude categoricamente che Renzi voglia accordarsi con l’opposizione sulla legge elettorale senza avere l’accordo di chi ora governa. “C’è una maggioranza e c’è un governo – fa notare – guidato da uno dei leader del Pd. Credo che non sia naturale né logico che il partito di riferimento del premier ponga il basamento per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio. Ma poichè nei fatti noi siamo pronti a fare la riforma, vedrete che non ci sarà nessun problema”.
Certo è che la posizione di Renzi, pronta al dialogo con tutti sulla nuova legge elettorale (“Si fa con chi ci sta”) è piaciuta a vari esponenti di Forza Italia (“Forse qualcosa nel Pd è cambiato – aveva detto Mariastella Gelmini -. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a entrare nel merito della riforma: vedremo se alle parole seguiranno i fatti”), ma ha irritato non poco gli scissionisti del Nuovo centrodestra. “Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, il governo salta”: le parole di Roberto Formigoni sono a metà tra l’avvertimento e la sentenza definitiva.
L’idea del patto o contratto di coalizione, in ogni caso, trova terreno favorevole in Renzi, che prospetta un incontro a breve con le forze di governo, senza peraltro avere la scadenza della fine del 2014 come deadline insuperabile per il governo: “Per me si può arrivare anche al 2018 – precisa – io non ho la fregola delle elezioni anticipate”.
LA CAMERA ACCELERA – Sulla legge elettorale, comunque, i tempi si accorciano: la commissione Affari costituzionali ha accolto l’indicazione del relatore forzista Francesco Paolo Sisto, che ha chiesto di far arrivare il testo in aula entro la fine di gennaio; il Nuovo centrodestra però ha chiesto di legare il percorso della riforma elettorale a quello delle riforme costituzionali che si svolge invece a Palazzo Madama.
Entro il 28 dicembre i gruppi potranno indicare altre persone ed esperti da ascoltare (ma il tutto avverrà in un solo giorno), poi, dopo le feste, si inizierà a discutere in modo più concreto, lasciando a una conferenza dei capigruppo la determinazione della data per l’approdo in aula. “Il termine del 31 gennaio – ha detto Sisto – vuole essere indicativo di una volontà di procedere rapidamente facendo le cose per bene. Abbiamo un mandato cui adempiere dalla Corte Costituzionale e del Paese. Dobbiamo dare una indicazione chiara, forte, un lavoro da svolgere rapidamente per non apparire ma essere”.