Casa, in arrivo un decreto per correggere le detrazioni e placare i sindaci

Pubblicato il 20 Dicembre 2013 alle 15:29 Autore: Gabriele Maestri

Casa, in arrivo un decreto per correggere le detrazioni e placare i sindaci

Chiusa almeno per ora la partita della legge di stabilità, che passa al Senato a partire dalla settimana prossima dopo l’approvazione di oggi (che si concluderà in serata) a Montecitorio, ora si apre la battaglia legata alle imposte sulla casa, che promette di vedere un confronto serrato tra il governo di Enrico Letta e i sindaci.

In particolare, è previsto un decreto per correggere le detrazioni sulle imposte che riguardano la casa, in particolare la Tasi, ossia la tassa sui servizi indivisibili dei comuni (illuminazione, manutenzione delle vie stradali, verde pubblico, …): il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio parla di un incremento dei fondi in dotazione ai comuni dagli attuali 500 milioni fino a 1,3 miliardi. Quei soldi, dunque, servirebbero a coprire il mancato gettito fiscale per i comuni derivante da un aumento delle detrazioni Tasi a vantaggio delle famiglie.

delrio

Quando in commissione Bilancio a Montecitorio era saltata la proposta di porre un tetto dell’1 per mille alla Tasi almeno con riguardo all’abitazione principale (lasciando dunque in vigore quello del 2,5 per mille previsto per le altre abitazioni), si era scatenata la rivolta di decine di sindaci che avevano denunciato la mancanza di fondi derivante dalla riorganizzazione dell’Imu nell’imposta che la sostituisce, la Iuc. L’aliquota massima fissata finora (il 10,6 per mille), infatti, in vari comuni è stata raggiunta in molti comuni per recuperare il solo gettito Imu, per cui l’inserimento della Tasi costringerebbe a sforare quella quota.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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