Accordo Renzi-Cav? “Speranza per l’Italia” per il New York Times
Accordo Renzi-Cav? “Speranza per l’Italia” per il New York Times
Mentre in Italia il Pd si fa dilaniare dallo scontro sull’opportunità dell’incontro di sabato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, oltreoceano quello stesso evento sembra suggerire “una nuova speranza per l’Italia”. Sono parole di Hugo Dixon, giornalista della Reuters, contenute in un articolo pubblicato dal New York Times, il cui titolo è tutto un programma: “Per l’Italia, una possibile via di fuga dall’instabilità politica”.
A dare speranza sarebbe proprio il “weekend pact” tra Renzi e Berlusconi, perché sarebbe riferito a uno dei maggiori problemi del paese, l’ingovernabilità. La questione si risolverebbe, per esempio, con il nuovo sistema elettorale concordato che non darebbe più potere ai piccoli partiti ma rafforzerebbe quelli maggiori, rendendo più facile la creazione di una maggioranza anche grazie alla sopravvivenza di una sola camera elettiva; a questo si aggiungerebbe una riduzione del potere delle regioni “che farebbe risparmiare tempo, nel processo decisionale, e denaro”.
Tutto bene? Non proprio, secondo l’analista, perché l’accordo potrebbe essere diluito così che alcuni dei partiti più piccoli possano continuare a sostenere il governo e le riforme, avendone chiaramente dei vantaggi. In questo caso, il NYT indica Angelino Alfano come “figura chiave”, mentre Enrico Letta sarebbe “sempre più subordinato a Renzi” e nel complesso “sotto scacco di Berlusconi”. Il commentatore, però, non si nasconde nemmeno i rischi della strategia di Renzi, soprattutto sul medio-lungo periodo: “Fare il passeggero supercritico non è il modo giusto per governare il paese nel lungo periodo”, al punto che Letta potrebbe portare a casa pochi risultati.
Dixon però è certo che se si riuscirà a tradurre in pratica un accordo Renzi-Berlusconi sulla riforma costituzionale e su punti chiave come il lavoro e la revisione della spesa, “le prospettive italiane miglioreranno per la prima volta in tanti anni”. Per questo, varrebbe la pena che Renzi riponesse la frusta e sostenesse in pieno Letta, altrimenti l’alternativa secca per il leader Pd sarebbe “esplicitare la sua sfiducia” in Letta, provocando il ritorno alle urne. e andare a nuove elezioni. “Supponendo che l’accordo del weekend con Berlusconi sulla riforma elettorale regga – conclude il giornalista – questo non è uno scenario da temere”.
Gabriele Maestri