Caso Mastrapasqua, Letta “vogliamo chiarezza”
Caso Mastrapasqua, Letta “Vogliamo chiarezza” Un nuovo, ennesimo scandalo si abbatte sulla politica italiana. Infatti è sotto indagine Antonio Mastrapasqua, presidente dell’INPS e dirigente dell’ospedale israelitico a Roma. Le accuse sono di truffa e abuso di ufficio. Le accuse mosse al numero uno dell’INPS scuotono la politica italiana.
Mastrapasqua, uno tra gli uomini più potenti (e pagati, soprattutto) d’Italia è indagato dalla procura della repubblica per delle irregolarità legate alla sua attività all’ospedale isrealitico di Roma. Secondo la segnalazione dei NAS di Roma, l’ospedale avrebbe usufruito di 85 milioni di rimborsi della regione a cui non aveva bisogno. Le modalità della truffa sono tutte simili per le oltre mille schede analizzate. Infatti l’ospedale faceva passare per interventi invasivi e pericolosi alcuni semplici interventi di odontoiatria, fatti normalmente in ambulatorio.
Il premier Enrico Letta chiede chiarezza. Infatti le indagini a carico di uno dei più importanti manager statali si abbatte, di conseguenza, sul governo, anche se i fatti pare siano avvenuti molto prima dell’insediamento di Letta. “Vogliamo chiarezza” fa sapere Letta da palazzo Chigi. E intanto ha già incaricato il ministro competente, Giovannini, di fornirgli tutte le schede e i profili dell’inchiesta, al fine di valutare la situazione.
Soddisfazione da parte dell’Adusbef, guidata dall’ex parlamentare Elio Lannuti. Infatti l’Adusbef denuncia la somma di cariche detenute da Mastrapasqua (25 secondo l’associazione) e racconta di aver già fatto due esposti alla procura, “la prima il 27 gennaio 2012, la seconda il 21 maggio 2012”, entrambe per segnalare le irregolarità sulla richiesta di rimborsi dell’ospedale israelitico.
Una nota di Mastropasqua dichiara la propria estraneità ai fatti di cui è accusato, affidandosi “alla riservatezza e alla professionalità dei magistrati, ai quali ha offerto e offrirà, come in passato, la propria collaborazione, affinché chiariscano al più presto la vicenda, assicurando alla giustizia coloro che risultassero responsabili di condotte illecite”.
Francesco Di Matteo