Accordo sulla legge elettorale, premio al 37% sbarramento al 4,5%, Mauro “Legge per far fuori Grillo”
Secondo quanto riporta Repubblica sul suo sito, l’accordo sulla legge elettorale sarebbe stato raggiunto “a pochi minuti dalla ripresa dei lavori della commissione Affari costituzionali della Camera”. La soglia di accesso al premio di maggioranza sarebbe fissata a “quota 37%, con un premio del 15% ma con il tetto del 55%”. Il che significa che nessuna coalizione potrà conquistare più del 55% dei parlamentari. Inserita nella riforma anche una clausola Salva Lega: “i partiti che ottengono il 9% in almeno tre regioni rientrano comunque in Parlamento”. Cala la soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento per chi si presenta all’interno di una coalizione, basterà raccogliere il 4,5%. Accontentato anche il Ncd: sono state inserite le multi candidature. L’accordo arriva dopo frenetiche ore di contatti fra le parti. Ieri le telefonate intercorse tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Oggi il via libera di Angelino Alfano e Scelta Civica.
Il ministro Mauro “Legge per far fuori Grillo” – Il ministro della Difesa Mario Mauro (Popolari per l’Italia), ospite a Porta a Porta dice la sua in merito alla riforma elettorale: “Non è vero che è una legge contro i piccoli partiti, questa è una legge impostata contro un grande partito. E’ una legge nata per far fuori Grillo”.
La soddisfazione di Renzi – Il segretario del Pd ha mostrato tutta la sua soddisfazione per l’accordo raggiunto scrivendo un post sulla sua pagina Facebook. “Mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più potere di ricatto dei piccoli partiti, mai più inciuci alle spalle degli elettori, mai più mega circoscrizioni. Con l’intesa sulla legge elettorale, nonostante i professionisti della critica, il passo avanti è enorme. Dopo la melina, in qualche settimana si passa dalle parole ai fatti. Ma non fermiamoci qui”. “Adesso possiamo passare al superamento del Senato e delle Province, all’eliminazione dei rimborsi ai consiglieri regionali e alla semplificazione delle competenze. Ma soprattutto al JobsAct, il piano per il lavoro. Stiamo semplicemente mantenendo gli impegni presi con le primarie dell’8 dicembre. Senza paura, a viso aperto
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