In Europa la privacy parla italiano

Pubblicato il 30 Novembre 2014 alle 19:24 Autore: Guido Scorza

L’ex primo Segretario Generale della nostra Autorità Garante per il trattamento dei dati personali, Giovanni Buttarelli, si avvia a sedere sulla poltrona di european data protection supervisor [EDPS], il Garante europeo per la privacy dopo aver, a lungo, ricoperto la carica di Garante europeo aggiunto e l’attuale Presidente della nostra Autorità Garante, Antonello Soro, è stato, invece, eletto ieri Vice Presidente del Gruppo che raccoglie tutte le Autorità per la privacy europee, il c.d. WP Art.29 che è un organismo consultivo e indipendente, composto dalle Autorità privacy designate da ciascuno Stato membro, dal Garante europeo – ovvero dall’italiano Giovanni Buttarelli – nonché da un rappresentante della Commissione Europea.

Un duplice importante riconoscimento – a prescindere dai meriti personali di Antonello Soro e Giovanni Buttarelli – di quanto, evidentemente, la riflessione italiana in materia di privacy sia apprezzata e condivisa nel resto d’Europa.

Tante ed importanti le sfide che attendono Buttarelli e Soro alla guida, rispettivamente, del Garante privacy Europeo e del Gruppo consultivo dei garanti europei.

Basti pensare all’ormai celeberrima questione del diritto all’oblio online ed ai tanti problemi aperti dalla decisione della corte di Giustizia dell’Unione europea che ha, di fatto, rimesso ai grandi gestori dei motori di ricerca il compito di arbitri nella partita tra memoria collettiva e diritto alla privacy, all’uso crescente delle biometrie con sistemi sempre più tecnologicamente evoluti, alle tutele da mettere in campo contro il cybercrime, alle problematiche connesse al cosiddetto “Internet delle cose” (IoT), alla definizione del Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), ai rischi collegati alla diffusione delle app in un’Europa nella quale – le comunicazioni sono sempre più “mobile” -, all’espansione e il riutilizzo dei Big Data.

Senza, peraltro, dimenticarsi che, purtroppo – a dispetto del successo che la privacy italiana riscuote in Europa – il nostro semestre di Presidenza alla guida dell’Unione Europea si sta ormai chiudendo, lasciando, tuttavia, sul tavolo ed inevaso il dossier sul Regolamento che dovrebbe ridefinire in modo significativo la disciplina sulla privacy nel vecchio continente.

In bocca al lupo ai due italiani alla guida della privacy europea!