Sondaggi Politici, il gradimento di premier, governo e istituzioni
Sondaggi politici italiani: le medie dei sondaggi politici relativi alla fiducia degli italiani nei confronti delle principali istituzioni, dei governi e dei premier
Nei grafici presenti in questa pagina speciale abbiamo raccolto i dati della fiducia nei governi che si sono succeduti dal 2012 a oggi; l’esecutivo Monti, il governo Letta, quello Renzi, Gentiloni e infine quelli guidati da Giuseppe Conte. Abbiamo strutturato l’analisi dei sondaggi politici italiani pubblicati nel corso degli anni. L’obiettivo è dare l’idea di come si sia evoluto nel tempo il consenso verso l’esecutivo. Anche in base all’avvicendamento tra i vari premier.
Sondaggi Politici italiani: Fiducia nei governi e nei premier
Abbiamo ritenuto opportuno operare una distinzione tra il consenso al governo e quello al presidente del Consiglio. Riservando poi un’ulteriore infografica ai gradi di fiducia nei confronti dell’esecutivo.
Partiamo dall’esecutivo Monti – dopo un certo “entusiasmo” iniziale da parte dell’opinione pubblica, ha subito un deterioramento della fiducia con il passare dei mesi. Certamente anche in virtù dell’entrata in vigore di riforme “lacrime e sangue”; quelle ritenute necessarie per fronteggiare al meglio il rischio default e procedere al risanamento dei conti pubblici.
Sia il governo Monti che quello guidato da Matteo Renzi hanno registrato un picco di fiducia nei primi mesi in carica. Per poi progressivamente calare. Simile anche il trend dell’esecutivo Letta, unico dei 3 – secondo le medie raccolte – a non registrare mai un livello di fiducia superiore al 50%.
Il governo Gentiloni, poi, è sembrato godere di maggiore consenso di quello Renzi. Almeno se consideriamo gli ultimi mesi in cui è stato il segretario PD a guidarlo. Dopo un calo nell’estate 2017, quando comunque le rilevazioni sono poche, c’è stata una grande ripresa del consenso sia al governo che al suo premier.
A gennaio 2018 il gradimento medio era del 42%, molto alto, cui non è però corrisposto un successo elettorale della maggioranza. Gli italiani hanno separato nettamente la figura di Gentiloni dal PD e i suoi alleati.
Le rilevazioni della primavera 2018 sono in realtà riferiti a un governo dimissionario, quello Conte giura a giugno e gode subito di una luna di miele confermata dalle intenzioni di voto lusinghiere nei confronti della sua maggioranza. E poi si conferma molto popolare come possiamo vedere anche nell’autunno 2018. Il calo successivo è graduale e lieve.
Nell’estate 2019 cambia tutto, con la nascita del governo Conte bis la fiducia nell’esecutivo crolla. E si avvicina a quella nel governo Gentiloni, che era percepito forse da molti come un governo scaturito da manovre di palazzo. Rimane maggiore la fiducia nella persona di Conte, tuttavia, più popolare del proprio governo.
Alla fine del 2019 e all’inizio del 2020 la fiducia in Conte ha proseguito a diminuire raggiungendo livello molto bassi, di poco superiori al 20%, ma tutto è cambiato con lo scoppio dell’emergenza coronavirus. Come accaduto in altri Paesi la popolazione è parsa stringersi intorno alla propria leadership. L’approvazione per Giuseppe Conte è così risalita, fino a superare per alcuni istituti il 50% in primavera, e rimanere decisamente alta anche nel corso dell’estata
Con la seconda ondata di contagi in autunno il gradimento di Conte però ha ripreso a scendere a livelli che potremmo definire medi e fisiologici per un governo politico, al di sotto del 40%.
Sondaggi politici, le differenze tra governi tecnici e quelli squisitamente politici
Le cose cambiano ancora con il nuovo Presidente del Consiglio: il governo Draghi gode quasi sempre della fiducia della maggioranza degli italiani, dato senza precedenti nella storia recente. Sull’onda della ripresa post-Covid raggiunge, a luglio 2021, il 58,6%, per poi scendere ma rimanendo fino ad aprile 2022 sopra il 52%. Scende al di sotto di questo livello con le prime fibrillazioni nella maggioranza, con il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Il governo Draghi si congeda, comunque, con il 54% di gradimento del settembre 2022.
Segue l’esecutivo Meloni, totalmente politico, e come gli altri di questo tipo inizia con una luna di miele e una fiducia che sfiora il 50%, ma non lo supera, e poi comincia la discesa, che però è lenta, rimane per quasi un anno al di sopra del 40% e poi c’è una certa stabilità e anzi una ripresa nell’inverno 2023/24. Torna sotto il 40%, ma a livelli fisiologici per un governo da tempo ormai in carica
Sondaggi politici italiani: Fiducia nelle principali istituzioni dal 2004 ad oggi
Abbiamo riportato anche la percentuale di fiducia, in base ai vari sondaggi italiani, verso alcune tra le principali istituzioni pubbliche. Nonchè altre realtà della vita pubblica italiana; dalla Chiesa ai sindacati, dalla magistratura alla UE, rilevando come è cambiato, anno dopo anno, il gradimento nei loro confronti.
Come si può notare, le Forze Armate/Forze dell’Ordine rappresentano l’istituzione che ottiene i maggiori riscontri positivi. E lo fa in maniera continuativa,, con un gradimento che è sempre rimasto al di sopra del 66%.
Proprio nel 2024, però sono state raggiunte al 67% dal Capo dello Stato. Trattandosi di una figura che cambia nel tempo ci sono stati alti e bassi in questo ambito. Dopo il picco registrato nell’ultima fase della presidenza Ciampi, la fiducia verso di lui si è mantenuto sempre al di sopra del 50%, per poi però calare fino al 44% per Mattarella nel 2018, anno del contrasto con il governo gialloverde in formazione. Successivamente però ha riguadagnato un gradimento che è gradualmente salito a valori record.
Dopo il Presidente della Repubblica si piazza l’istituzione scuola, che negli ultimi 15 è sempre rimasta al di sopra del 50% di gradimento
La Chiesa Cattolica, invece, ha vissuto una progressiva discesa durante il papato di Ratzinger, solo frenata l’ascesa di Bergoglio, ma non fermata, visto che nel 2019 e 2020 è scesa al 46,3% e 41,8% e nel 2024 ancora più in basso, al 36%.
Da segnalare inoltre anche la scarsa salute dei partiti, con percentuali di fiducia costantemente ben al di sotto del 15% fino al 2017, risalite però nel 2018 e 2019 al 21,6% e 18,1%, e al 17,8% nel 2020. Un record assoluto rispetto agli anni precedenti, in un certo senso confermato anche da un gradimento superiore al 20% nel 2024.