Anche nell’edilizia l’Italia fanalino d’Europa
Anche nell’edilizia l’Italia fanalino d’Europa
C’era chi diceva che l’Italia aveva subito la crisi meno degli altri, poi la statistica gli ha dato torto, e sembrava che da noi la bolla edilizia fosse stata minore che altrove, probabilmente è vero, ma il calo nelle costruzioni è in realtà possente, e anche superiore a quelli di altri Paesi europei.
Innanzitutto ad essere più colpita è l’edilizia residenziale, il numero di permessi per costruzioni è in calo costante e rispetto al 2005 è diminuito di 5 volte!! Come si vede dal grafico sottostante:
Da un picco di 74 mila permessi ai 14 mila del 2013.
Certamente come in ogni fenomeno complesso vi sono i lati positivi, per esempio la molto minore distruzione di suolo, ovvio, ma anche, almeno per i costruttori, la non diminuzione dei prezzi per le case nuove, come cetifica l’ISTAT, complice il calo del volume delle compravendite, mentre i prezzi sono certamente calati molto nei prezzi delle case già esistenti, – 13% dal 2010, contro un aumento del 3% per le case nuove.
Il dato interessante è come si è evoluta la produzione nelle costruzioni negli anni della crisi economica, rispetto ad altri Paesi europei e non solo. Prendendo come base comune il 2010 e ponendolo a 100, vediamo di seguito i grafici relativi:
Se per il 2010 vi era già stato un calo deciso negli Stati Uniti e soprattutto in Spagna, dopo questa data oltreoceano c’è stato un recupero, mentre la Spagna ha mantenuto una certa stabilità a livelli ridotti di produzione, ma è l’Italia quella che ha visto il calo maggiore, di circa il 30% dal 2010, più di quanto non fosse calata dal picco del 2008 (da lì aveva perso al 2010 il 22% circa), quindi se è vero che nella prima fase della crisi i più colpii sono stati i Paesi che hanno visto la crisi dei mutui, come Irlanda, Spagna, e Stati Uniti, nella seconda parte è stata l’Italia con una crisi motivata da fattori più strutturali e da una recessione più acuta a rivelarsi come la più debole.
La Germania è il Paese in cui l’edilizia è cresciuta invece maggiormente, in controtendenza, non avendo mai avuto bolle immobiliari o speculazioni negli anni 2000, la Francia ha avuto un calo costante e contenuto, anche se le prospettive per i transalpini non appaiono rosee e certo non si prevede una ripresa di questo mercato, e sarà forse un buon risultato evitare un crollo.
E’ interessante il caso del Brasile, che come Paese emergente ha certamente goduto di un aumento della produzione nell’edilizia, ma senza boom che potevano essere prevedibili, e anzi rimanendo dietro a economie mature come Germania e Brasile.
Gli ultimi dati ISTAT dicono che in Italia in alcuni territori, parallelamente, o anzi collegati al calo dei prezzi, c’è stata una certa ripresa nelle compravendite, nel secondo e terzo trimestre del 2013, con aumenti del 9% a Milano città (ma cali in provincia), e aumenti più sostanziosi a Pavia e Mantova.
Se la città anticipa la provincia e la Lombardia anticipa l’Italia, probabilmente in tutto il Paese il calo di compravendite è destinato a fermarsi, ma non quello della produzione di costruzioni, come ben mostra il livello sempre bassissimo della fiducia degli operatori del settore.
Gianni Balduzzi