Il referendum tenutosi nella Confederazione Elvetica il 9 febbraio ha stabilito, con una risicata maggioranza del 50,3%, l’imposizione di un tetto all’immigrazione verso la Svizzera, annullando il trattato di libera circolazione stipulato con l’Unione Europea ed entrato in vigore nel 2007. L’esito della consultazione, pur rappresentando un successo per l’ultradestra (che ha fatto della battaglia contro gli immigrati ed i lavoratori transfrontalieri un caposaldo della lotta politica), assume diversi significati, tra cui alcuni al limite del paradossale.
Una di queste contraddizioni riguarda il lato prettamente sportivo. Vari blog online, nonché il prestigioso quotidiano tedesco “Die Welt”, hanno sottolineato il paradosso rappresentato dalla Nazionale svizzera di calcio, infarcita di numerosi immigrati. Il giornale tedesco si è addirittura spinto a fotografare la situazione del potenziale 11 titolare elvetico:
Il panorama non migliora nemmeno analizzando un range più ampio, prendendo in considerazione i 32 calciatori nel giro della Nazionale, elencati sul sito web “football.ch”. Questa la situazione:
Appena un terzo (11 su 32) dei calciatori nel giro della Nazionale maggiore elvetica ha origini indiscutibilmente svizzere. Ben 9 giocatori hanno preso la cittadinanza svizzera dopo la nascita, mentre altri 11 pur essendo nati nella Confederazione Elvetica hanno almeno un genitore (o un antenato) proveniente da un altro Stato. Persino il ct Otmar Hitzfeld è straniero, sebbene la sua città natale (Lörrach, in Germania) disti appena 10 km da Basilea.
L’elenco ha fatto scattare l’ironia del web e dello stesso “Die Welt”, che si è affrettato a sottolineare come l’immigrazione sia stata fondamentale per le fortune della Nazionale rossocrociata la quale, senza tale flusso in entrata, difficilmente avrebbe avuto chances di poter disputare il prossimo Mondiale in Brasile. D’altronde, come dargli torto?