Governo, D’Alema sulla staffetta di ieri e di oggi

Governo, D'Alema sulla staffetta di ieri e di oggi

Governo, D’Alema sulla staffetta di ieri e di oggi

Massimo D’Alema in queste ore in cui sembra più probabile un cambio al vertice di Governo tra Letta e Renzi scrive al Corriere per una precisazione. D’Alema scrive: succedere a Prodi “fu un errore” e “non perché avessi tramato contro qualcuno, al contrario avevo cercato fino all’ultimo di sostenere il governo Prodi. Ma perchè avevo sottovalutato l’incomprensione che questa vicenda avrebbe generato nel nostro stesso popolo e il peso di una campagna di delegittimazione che da subito Berlusconi mise in atto. E che ben presto trovò una eco, carica persino di rancore e di menzogne, anche nel nostro campo”.

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D’Alema parla del parallelismo tra l’ipotesi di una staffetta tra Letta e Renzi e l’autunno del 1998. Si tratta, prosegue, di due situazioni “non paragonabili”. Innanzitutto per il fatto che “il governo Prodi non cadde per iniziativa del nostro partito, né mai io ne sollecitai le dimissioni”, ma “perché venne meno la fiducia di Rifondazione comunista”. Allora, spiega, “si aprì una difficile crisi” e “bisognava cercare di costituire un governo. Pensai a Carlo Azeglio Ciampi”, ma Prodi “aveva richiesto l’incarico per sé con un mandato esplorativo”.

A questo punto, ricorda, Cossiga “disse no a Prodi e rilasciò una pesantissima intervista contro Ciampi”. Vista la situazione Scalfaro, continua, propose di formare un nuovo governo politico con l’appoggio dell’Udr oppure di dare al presidente del Senato l’incarico e “io chiesi che fossero il centrosinistra e l’Ulivo a decidere”. Ci fu una riunione, racconta, e alla fine “mi informarono dell’esito”, di avere deciso il nome di D’Alema. Oggi, sottolinea, “c’è una nuova generazione al comando, si prenda le sue responsabilità, lasciando perdere i rancori e le menzogne del passato”.

Redazione