La Svizzera dice “Stop” agli immigrati: il referendum di domenica scorsa ha infatti decretato la vittoria dei sì per le limitazioni alle quote di stranieri nel paese. Una misura che colpirà anche i tanti italiani del Nord, lavoratori frontalieri in Svizzera. E la vittoria del referendum ha già avuto i primi effetti: di colpo gli Italiani confinanti sono finiti nel mirino della propaganda anti-immigrati.
Abitudini – Nel mirino in particolar modo le usanze tipiche degli immigrati italiani, accusati di parlare in dialetti incomprensibili come l’alto-varesotto o il basso-bergamasco. “Gli immigrati padani – denuncia il banchiere Humbert Loden-Bossen, leader del partito della Lega Svizzera – non vogliono imparare la nostra lingua, non si integrano e ci ammorbano con la loro puzza di polenta e di casseula: questi mangia-panettone ci hanno stancato, che tornino al loro paese”. “Vengono qui e pensano di poter fare come a casa loro – spiega il finanziere Mathieu Salvine, giovane leader della Ligue Swuisse Francoise – ci vogliono imporre le loro barbare usanze: corruzione, raccomandazioni, familismo. Non c’è reciprocità: se io vado in Italia mica posso rispettare le leggi e rispettare l’ambiente come farei qua…”.
Le ronde – Subito dopo la vittoria del referendum sono partite le ronde svizzere: decine di comuni cittadini elvetici, armati di fazzoletto bianco-rosso al collo, orologio da taschino e manganelli di puro cioccolato svizzero, pattugliano le strade a caccia di veneti, lombardi e piemontesi. “Se li troviamo li cacciamo fuori dalle balle – spiega Franz, banchiere – qua non abbiamo lavoro per loro. Li vogliamo aiutare, ma a casa loro”.
Le provocazioni – Intanto hanno suscitato polemiche le provocazioni e le manifestazioni anti-immigrati lanciate dalle destre nazionaliste del paese. L’eurodeputato di Fiamma Bicolore Mario Borgheseur è arrivato a disinfettare i sedili dei treni dove solitamente viaggiano i pendolari veneti e lombardi. “La pulizia è importante – ha detto provocatoriamente Borgheseur – mi sembra ancora di poter ancora sentire l’odore del fiume Po e della pianura padana che si portano addosso…”. L’eurodeputato nazionalista Calderoy è arrivato perfino a consumare un mix di pizza e pasta (usanza sacrilega per gli italiani) sopra il terreno dove in futuro dovrebbe sorgere una trattoria lombarda, allo scopo di “desacralizzare” il terreno ed impedirne così la costruzione.
Emergenza sbarchi – Intanto, dopo l’annunciata chiusura delle frontiere, decine e decine di imprenditori varesotti, comaschi, torinesi e milanesi stanno assaltando le frontiere svizzere, a bordo di mezzi di fortuna, come Fiat Palio o Multiple. Solo nella giornata di ieri a Chiasso si è registrato l’arrivo di 15 milanesi (di cui tre donne e un bambino) a bordo di una Fiat Duna e di 28 fornai bergamaschi nascosti nel vano di un Tir. Identificati e spostati nel Cide (Centro italiani da espellere) di Lucerna, sono in attesa di essere rimpatriati. “Vi prego, chiediamo diritto di asilo – spiegano gli immigrati, provati dal lungo viaggio – non possiamo tornare in Italia: là ci fanno pagare l’Iva al 23%, la benzina a 2 euro al litro e abbiamo Letta come Presidente del Consiglio!” “Ci piange il cuore vederli così – spiega la signora Rosetta, chiassese Doc – ma non possiamo davvero più accoglierli. Se ne deve occupare l’Europa, da soli non ce la facciamo”.